Dicono che stavamo ingannando l’attesa nel piazzale antistante l’Estragon ma giurerei che quell’isola felice, ritagliata nella periferia della Bologna odierna, avesse tutto l’aspetto del Sunset Boulevard del 1987; un variopinto tripudio di glamsters e affini! Finalmente, a venticinque anni dal loro disco d’esordio, i Cinderella hanno messo per la prima volta piede in Italia; a giudicare dalla location stipata, bollente e partecipe, la band avrà certamente realizzato, in maniera lampante, che cinque lustri non sono bastati a sopire l’affetto e il supporto dei rockers tricolori! Once around the ride apre le ostilità non appena sfuma una profetica Rock’n’roll ain’t noise pollution degli AC/DC sparata dagli altoparlanti e non si fa in tempo ad assaporare l’aria tersa del settimo cielo perché veniamo immediatamente catapultati nell’ottavo grazie a una versione fantastica dell’inno Shake me. Solido, essenziale e coinvolgente, lo show non mostra segni di cedimento, anzi, riesce brillantemente a dosare bordate di energia a giuste iniezioni di atmosfera grazie a ballate senza tempo come Don’t know what you got, Nobody’s fool e Heartbreak station, tutte rigorosamente accompagnate da cori incessanti. Un attimo di buio in sala e l’inconfondibile riff di Gypsy road provoca un boato che va a schiantarsi sul tetto mettendone a dura prova l’integrità. It’s only rock’n’roll, niente giochi pirotecnici, nani e ballerine, non una concessione poseur ma solo tanta sacrosanta carne sulla brace, sostanza che a conti fatti ha convinto sia i vecchi nostalgici della “street rock golden era” che le giovani leve che di quell’epoca avevano solo sentito parlare. La tracklist saccheggia abbondantemente i primi due album senza disdegnare il terzo, tagliando fuori Still Climbing ma c’era da aspettarselo visti i rumors relativi ai concerti immediatamente precedenti; personalmente ho sofferto soltanto l’assenza di un’inossidabile Push, push ma si tratta di semplici dettagli! Tom Keifer sembra esser giunto a compromessi con i problemi che gli avevano minato le corde vocali, soffre un po’ quando tira la voce ma la sfanga orgogliosamente supportato dagli stessi “partners in crime” che già dal 1986 lo accompagnavano. Non li vedevo dal vivo dal 1991, sulle assi del Toronto Kingswood Music Theatre, all’apice della loro carriera, mentre la scena glam compieva le sue ultime piroette prima d’essere brutalmente gambizzata dalle camicie a quadri di Seattle; oggi a distanza di venti anni da quel concerto canadese, i Cinderella hanno smesso fard e cotonature, lustrini e paillettes ma grazie al cielo è rimasta intatta la vecchia attitudine, suonare grande rock’n’roll…magari ballando sulla tomba del grunge! (Manuel Fiorelli)
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