Disco che vede protagonisti due mostri sacri della musica cubana come Omara Portuondo e Chucho Valdés. La prima è oggi stella di prima grandezza e la più rappresentativa esponente del vocalismo dell’isola di Castro, il secondo, figlio del leggendario Jesús ‘Bebo’ Valdés, è unanimemente indicato come il più importante pianista di jazz latino oggi vivente. Si è trattato di un felice ‘ritrovarsi’ perché Omara e Chucho avevano già collaborato in occasione della realizzazione di un album della cantante 14 anni fa, “Desafios” del 1997, di cui hanno conservato un così magnifico ricordo da desiderare di replicare l’esperienza positiva una volta di più. Senza riuscirci però per impegni in agenda che hanno impedito di trovare date libere fino ad oggi. “Da tanto desideravamo lavorare di nuovo insieme ad un disco ma finora no se ne era presentata l’occasione per svariati motivi” ha spiegato Omara Portuondo. Ed una prima occasione di lavorare insieme se la sono concessa in studio tre anni fa per registrare il brano “Nuestro Gran Amor” per l’album di Omara “Gracias”. Ora finalmente è giunto il tempo per la condivisione di un progetto comune (anche nella titolarità) con “Omara & Chucho”, felice combinazione degli stili peculiari che contraddistinguono da sempre le loro personalità artistiche: commistione di generi della musica cubana e latina. Lei ha vinto lo scorso anno il Grammy Latino per il disco “Gracias”, nella categoria per il Miglior Album Tropicale, mentre Valdés si è aggiudicato il premio nella categoria Miglior Album Jazz con “Juntos para siempre”. A motivare il pianista è stata la grande ammirazione nutrita nei confronti della cantante, e viceversa Omara non ha fatto mistero di avere rispetto per il musicista da tempo immemore. Il repertorio affrontato si compone di una serie di classici cubani e latino-americani affrontati con quel mix elegante di sonorità e ritmi latini e jazz afro-americano. A facilitare la collaborazione messa in essere la considerazione che la Portuondo interpreta in modo mirabile il bolero (genere di grande tradizione sviluppato tra Cuba, Repubblica Dominicana, Porto Rico, Venezuela, Panama, Colombia e Messico) in una moderna e sofisticata forma grazie alla contaminazione con il jazz, chiamata anche ‘Filin’ (dalla parola ‘Feeling’) – e Omara è soprannominata ‘la fidanzata del feeling’, un genere intimista tipicamente suonato da un ensamble ridotto (non la classica, tipica grande orchestra), distintivo dell’abituale afflato musicale di Valdés & Co., che ha trovato un’eco nell’album “Desafios” inciso da Omara e Valdés nel 1997. Alla registrazione di “Esta Tarde Vi Llover” ha preso parte il trombettista statunitense Wynston Marsalis. E quello che apprezziamo oltre l’indubbio spessore artistico solo tenerezza, serenità, genuino romanticismo, senza ‘coup de théâtre’, su territori musicali ben familiari. Davvero una dichiarazione d’amore e di ammirazione reciproca. (Luigi Lozzi)
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