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Richard Galliano – Nino Rota (2011)

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Francese di nascita ma dalle origini italiane («La mia famiglia veniva dalle campagne piemontesi» ha dichiarato) Richard Galliano è oggi di sicuro il fisarmonicista più celebre al mondo, dopo aver imparato a suonare lo strumento proprio da suo padre. Un artista che ha messo il suo multiforme talento di musicista al servizio del desiderio intimo di confrontarsi con stili, generi e culture i più diversi tra loro (dalla musette al tango, dal jazz alla musica latina, dalla ‘chanson’ d’autore alla musica classica), facendo emergere negli anni il carattere ed una personalità forte e decisa, dal solido background musicale. Partendo da una formazione di base classica (avviata quando aveva solo tre anni) e passando per la tappa (quasi) obbligata del jazz (intorno ai diciassette anni e avanti, oltre negli anni) Galliano approda oggi, nel pieno della maturità artistica (ricordiamo che è nato a Cannes il 12 Dicembre 1950), a rendere omaggio ad uno dei maggiori compositori di musiche per il Cinema del Novecento, Nino Rota, autore di alcuni temi immortali, nel centenario della sua nascita. Vero è che la simbiosi tra musica e cinema ha prodotto (e produce ancora) sovente pagine emozionanti. Come accade in questo disco nel quale il fisarmonicista, muovendosi su un terreno quanto mai fertile, si produce in un tributo alle musiche di Rota presenti nei film di Fellini, progetto proposto in anteprima al recente Festival del Cinema di Roma. Il musicista rimase folgorato nel ’57 dalla visione de “La strada” – «Ho visto “La strada” di Federico Fellini con mio padre: ero bambino, avevo sette-otto anni ed è stato un autentico choc emotivo. Ancora adesso, che ho superato la sessantina, me ne ricordo vividamente e, quando ci ripenso, mi vengono i brividi» – e in seguito dalla figura del fisarmonicista cieco nel finale di “Amarcord”. Così, tra le altre citate e riannodando i fili con il proprio passato, scorrono pagine indimenticabili ed evocative come “Otto e mezzo”, “La Dolce Vita”, “I vitelloni”, “Le notti di Cabiria”, “Giulietta degli spiriti”. Musica dal grande fascino cui la fisarmonica dona una riconoscibile anima emozionale proprio perché quell’atmosfera è sempre stata parte integrante del discorso filmico e poetico di Fellini. Richard con la fisarmonica reinventa il repertorio di Rota con un piglio moderno e al di là delle atmosfere felliniane trova posto nella sua performance – che è pervasa da una venatura jazz ed il languido abbrivio malinconico del tango – anche una personale versione di un paio di temi guida (“Waltz”, che eccezionalmente Richard suona da solo al trombone, e “Love Theme”) de “Il Padrino” di Francis Ford Coppola che valse al compositore l’Oscar per la Migliore Colonna Sonora nel 1975 (in realtà il premio fu conseguito per lo score de “Il Padrino II”). Ad assecondare Galliano troviamo una formazione di tutto rispetto composta da John Surman (sassofono e clarinetto), Dave Douglas (tromba), Boris Kozlov (contrabbasso) e Clarence Penn (batteria). «Ho pensato a un gruppo internazionale – ha detto -, in grado di rispettare le partiture originali e, al tempo stesso, di rileggerle senza pregiudizi. Per cui ho chiamato un inglese che vive in Norvegia, il maestro di sax e clarinetti John Surman; un russo che abita a New York, il contrabbassista Boris Kozlov, jazzista con un retaggio classico alle spalle; e infine due amici americani come il batterista Clarence Penn, mio collaboratore storico, e Dave Douglas, uno dei più incredibili trombettisti in circolazione». Galliano, col Quintetto La Strada, è stato protagonista lo scorso 6 novembre di una indimenticabile serata dal vivo all’Auditorium Parco della Musica di Roma con il “Tribute to Nino Rota“, per l’Accademia di Santa Cecilia e Romaeuropa Festival 2011, in collaborazione con il Festival Internazionale del Film di Roma. (Luigi Lozzi)

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