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The Screaming Tribesmen – Date with a vampyre (1985)

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Non sono mai stato un fan degli Screaming Tribesmen, nonostante tutto. E questo a dispetto del fatto che avessero la miglior scaletta di cover che una band possa desiderare (Some Kinda Fun, Lookin’ at you, Good Times, I can only give you everything, See no evil, Left in the dark, I wanna be your dog, Psychotic Reaction, See the way, I can ‘t stand it, Baby let‘s twist), che tra le loro fila siano transitati eroi del rock australiano come Ronald Peno, Brad Shepherd, Mark Kingsmill o Chris Masuak e che fossero finiti tra le mani di Rob Younger per la produzione del “tardo” Formaldehyde. Riascoltare dopo venticinque anni la ristampa dello storico EP pubblicato nel lontano 1985 non dissipa i miei dubbi di allora. Aperto da una breve intro di piano che mette assieme la Joan Crawford dei Blue Öyster Cult e la Dragnet che già introduceva alla Jack the Ripper di Screaming Lord Sutch (richiamata anche dalla figura di copertina, NdLYS), l’EP licenziato nel settembre dell’85 dalla benemerita Citadel mette in mostra sulla facciata A una band che cede volentieri al richiamo roboante di stupide chitarre da tamarri glam-rockers che li porteranno a svilirsi sul palco aprendo per band come Cult, Rose Tattoo o Sweet. Va meglio sull’altra side del disco, dove il suono si stempera in un jingle-jangle più luminoso che fa da preludio alle atmosfere del disco successivo, anch’esso incluso in questa ristampa: introdotto da una nefasta copertina ispirata alla già orribile cover di The Gift di Midge Ure (!!!) Top of the Town arriva nei negozi l’anno successivo su etichetta Rattlesnake. I pezzi stavolta sono sei, tutti firmati (in coppia come per la title track o in proprio) da Chris Masuak e Mick Medew. Le perplessità rimangono, così come i “difetti” di produzione di Alan Thorne e Masuak con un orribile e “gonfio” suono di batteria e le chitarre che, non appena smarriscono le coordinate folk che accarezzano la bella Mess with you, si attaccano subito a spregevoli suoni da hard rock di bassa lega (come quelli che rendono indigesta la Infidel vicina al suono degli Hitmen, NdLYS). Il resto della scaletta prevede due prove in studio (It may be love di Chris Masuak e la cover di Goin’ out of my mind) e sette brani registrati dal vivo tra Melbourne e Cabramatta. Il suono è schiacciato da una registrazione casereccia che tuttavia non ci impedisce di assistere inerti alla carneficina a colpi di gain di Two Headed Dog di Erikson e Good Times degli Easybeats. Altri sarebbero finiti sulla ghigliottina per molto meno. I Tribesmen si ritengano fortunati. (Franco Dimauro)

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