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In uscita La Mano Sinistra dei Chambers

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Prima c’erano un sacco di gruppi. L’elenco è lungo più o meno quanto la Strada di Grande Comunicazione che collega i posti dove vivono. I Chambers nel 2008 hanno sintetizzato il tutto cominciando a suonare. Hanno scritto due dischi, il primo in inglese e il secondo in italiano, senza capire bene perchè, però sempre pensando alla musica che c’era quando la Strada di Grande Comunicazione ancora mica esisteva. Oppure forse era stata appena costruita. La percorrono tutte le settimane per incontrarsi, sezionare il punk, l’hardcore, il grunge e il rock, sputare le lische, poi fare inversione e tornare a casa. I Chambers sono Andrea, Alberto, Gigi, Nicola e Theo. La mano sbagliata. La mano inquietante. La mano che fa e disfa, spesso peggiorando le cose e prendendosi ciò che non le spetta. Tornano a due anni di distanza dall’omonimo esordio i Chambers, provenienti dalla sporca fucina sotterranea di gruppi che è la Toscana. Tornano stavolta con un album che, a differenza del primo, è cantato in lingua madre, forse per una questione di comodità e di confidenza, che quando si va in un posto che non si conosce si scelgono sempre le scarpe fidate. In questo nuovo territorio i Chambers ci sono arrivati come sempre nell’unico modo che conoscono, macinando riff su riff in sala prove, discutendo e prendendosi a male parole, sudando parecchio e facendo sempre pace per poi, ritornare in sala prove più convinti la volta dopo. Il risultato è che i suoni si sono caricati, incattiviti, la pesantezza e il lamento adesso sono sulle spalle degli strumenti, lasciando la voce più libera di articolarsi, staccarsi o accompagnare il resto quando serve. Più che ansimare adesso sembra che tutto sospinga e sollevi il punk, il grunge, l’hardcore e il rock ad un metro da terra e poi li lasci cadere e frantumarsi a terra dopo e dopo averli osservati pulsare, raccogliere le schegge migliori. Vfisik è la persona che con le sue macchine, all’Hombre Lobo di Roma ha messo su disco questo coacervo sonoro. Il mastering è stato curato da Carl Saff al Saff Mastering studio di Chicago. Sette brani senza sosta, quaranta minuti dove coesistono intensità, domande, cattiveria, melodia, tutto tracciato dalla stessa mano. La mano sinistra. (Fonte: To Lose La Track)

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