Non è più giovanissimo e sebbene non sia conosciutissimo dal grande pubblico Claudio Fabi ha dato un forte contributo alla crescita della musica italiana negli ultimi trent’anni, lavorando nell’ombra in qualità di compositore, manager e talent-scout, oltre che direttore artistico della storica label di Lucio Battisti e Mogol, la Numero Uno. Tra gli artisti che gli sono debitori di una qualche fortuna troviamo i nomi di Paolo Conte, Gianna Nannini, la Premiata Forneria Marconi, Fabio Concato, Teresa De Sio e anche gli scomparsi Bruno Lauzi e Ivan Graziani. A quasi 72 anni – e qualche esperienza pure nella musica classica – il versatile Claudio ha inciso un album intimo, intrigante e dal raffinato intrattenimento, dieci tracce condotte al pianoforte e arricchite dalla presenza di alcuni ospiti di grido, ognuno chiamato in causa per uno diverso dei brani contemplati in scaletta. Un lavoro originale (seppur non proprio innovativo), assolutamente difficile da collocare in una dimensione convenzionale. Gianna Nannini, Franco Mussida della PFM, Teresa De Sio, Jeorge Drexler, Ricky Gianco, Eugenio Finardi, Fabio Concato, Alberto Fortis e Niccolò Fabi e Marco Fabi che di Claudio sono rispettivamente figlio e nipote, recitando i testi che introducono i dieci temi per pianoforte, hanno dato vita ad un’operazione di ‘minimalismo romantico’ (il titolo ne è un riferimento dotto) nella quale musica, parole e pensieri (del titolare) e testi e le poesie di eminenti autori contemporanei si intrecciano in un morbido fluire e di elegante scrittura amalgamati con emozionante sapienza. Temi che vanno dritti al cuore dell’ascoltatore e per la loro natura ‘notturna’ e solitaria consentono anche riflessioni che il caotico tran-tran quotidiano spesso impedisce. Tra i brevi testi (poetici o letterari) presenti segnaliamo “Vivir” del poeta uruguaiano Mario Benedetti (letto dalla Nannini), “Carpe Diem” di Walt Whitman (Mussida), “Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupery (Teresa de Sio), “La noche en la isla” di Pablo Neruda (letta dal cantautore uruguaiano Jorge Drexler), un breve pensiero di Pavese e uno di Jorge Louis Borges (il primo letto da Ricky Gianco, il secondo da Fabio Concato), “Elegia primera” del poeta e drammaturgo spagnolo Miguel Hernandez (Finardi), un’ode del poeta romantico inglese William Wordworth (Fortis), “Ascoltate” di Vladimir Majakovskij (Niccolò Fabi). Tante le suggestioni – private e universali – che suscita l’ascolto, quasi terapeutiche; musicalmente collocabili nell’Ambient Music, senza disdegnare le dotte disquisizioni alla Sakamoto. Una parte dei proventi derivanti dalle vendite del disco andranno a supportare la Fondazione Parole di Lulù, l’iniziativa che Niccolò Fabi ha voluto istituire in memoria della piccola figlia Olivia, scomparsa per una meningite fulminante a soli due anni e mezzo, per promuovere progetti legati al mondo dell’infanzia e soprattutto la tutela della salute dei bambini. (Luigi Lozzi)
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