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Spain – The Soul Of Spain (2012)

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Fa un certo effetto ritrovare dopo più di dieci anni d’assenza i losangeliani paladini dello “slowcore movement”, Spain di Josh Haden, figlio del jazzista Charlie, incidere per la label indipendente per eccellenza (e per di più europea), la Glitterhouse, dopo essere stati per una decina d’anni, a partire dal ‘93, in orbita Restless Records; sempre un’indipendente, ma più prossima al giro grosso. Non un passo indietro, anzi (direi), una rinascita. Si erano sciolti per non essere riusciti a sfondare con i loro tre album; eppure “The Blue Moods of Spain” al debutto era stato un gioiellino accolto come una delle più belle novità del ’95, alcuni brani di bella presenza utilizzati nei soundtrack di diversi film, una hit come “Spiritual” preso in prestito da Johnny Cash (per “Unchained” del ’96), dai Soulsavers, anche dai Red Hot Chili Peppers in concerto, e perfino da papà Charlie e Pat Metheny in “Beyond The Missouri Sky”. “Every Time I Try” era stata scritta su espresso desiderio di Wim Wenders per la colonna sonora di “End Of Violence”. Nel 2007 Josh ha voluto rimettere in piedi la band con nuovi membri (Randy Kirk, tastiere e chitarra, Matt Mayhall, batteria, Tom Gladders, chitarra, successivamente sostituito nel 2009 alla chitarra da Daniel Brummel) concedendosi un lungo periodo di tour in giro per States ed Europa prima di approdare all’incisione di un nuovo album. Un singolo aveva cominciato a circolare ad inizio 2010 contenente i brani “I’m Still Free” e “Hang Your Head Down Low” su iTunes. Josh suona il basso come il padre, e canta, pur tuttavia la sua musica non ha nulla in comune con quella del padre. È stato pensato lungamente questo disco se solo ora vede la luce della pubblicazione, e l’attesa l’ha fatto decantare come un buon vino e, per atmosfere, in parte ci rimanda a quel disco d’esordio. La forma è elegante, come nella migliore tradizione del sound della Glitterhouse, le canzoni up-tempo evocano scenari desolati tipici del mood riflessivo e intimo di certo rock alternativo, si coglie qualche vaga contaminazione jazz. La ballata “I Love You” colpisce con immediatezza l’immaginario di chi ascolta, “Miracle Man” è la più veemente delle canzoni presenti nel disco, degna chiusura affidata alla ballata elettrica “Hang Your Head Down Low“. Nota bene: il retro di copertina del CD ha un immagine che è un chiaro omaggio alla cover del disco di debutto di papà Charlie HadenLiberation Music Orchestra”, con sullo sfondo la parete di mattoncini. (Luigi Lozzi)

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