I Kardia si formano a Roma nel gennaio 2001 e inizialmente si ispirano da un lato alla new wave e al post punk anglosassone, dall’altro all’attitudine cinetica del punk hardcore. La risultante, ulteriormente caratterizzata dalla scelta del cantato in lingua italiana, è quella di un paesaggio sonoro spigoloso in cui convivono aperture romantiche e sfuriate psicotiche. Nel corso dei primi anni di attività autoproducono gli EP “Frammenti di Violenza Controllata” (2002) e “Promo Sottile” (2004), suonano molto in giro per l’Italia, ottengono visibilità attraverso recensioni, interviste, partecipazioni a numerose compilations e passaggi radiofonici. All’inizio dell’estate 2007, i Kardia vengono contattati dalla Killer Pool Records di Roma, per la pubblicazione del loro primo full-lenght “Kaleidocristo” (Killerpool Records/Narcotica Publishing, 2008). Kaleidocristo, ottiene un buon riscontro di critica e rivela una band con una identità artistica più a fuoco, che fonde l’attitudine punk degli inizi a nuove prerogative pop, orientate verso la canzone d’autore italiana. Contestualmente all’uscita dell’album, la band realizza il videoclip del brano “Luce” (regia di Riccardo “Metibla” Ponis). Il video è trasmesso regolarmente su alcune Tv nazionali tra cui All Music, e viene selezionato per la partecipazione a numerose rassegne cinematografiche, tra cui il Pesaro Film Fest. Attraverso alcuni cambi di line-up arrivano al 2010 abbandonando l’oscurità decadente dell’album precedente per far posto a una malinconia spensierata e consapevole. Il nuovo disco, “No” rappresenta fedelmente l’immaginario attuale della band: un “luogo” in cui convivono gusto retrò e suggestioni moderne, suoni analogici e digitali, cultura mittel-europea e cantautorato italiano. “No” è un disco che i Kardia scrivono a se stessi, come il telegramma di un parente lontano, che li avvisa dell’imminente cataclisma e li esorta a danzare invasati, in bilico sul ciglio del precipizio. Il disco è stato inciso, prodotto e mixato presso l’OzRecordStudio di Roma da Claudio Spagnuoli. Il mastering è stato affidato a Claudio Gruer presso il Pisi Mastering Studio. L’artwork è stato curato da Paolo Soellner (Klimt1918). (Fonte: Alessandro Favilli – Promorama)
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