È un colpo al cuore ma anche una bella botta di adrenalina questo True Love Cast Out All Evil di Roky Erickson with Okkervil River. Un ibrido perfetto di suoni corrosivi, spirito rock and roll e infinita poesia che riconsegna alle cronache musicali una delle menti più tormentate della psichedelia americana (ricordate i 13th Floor Elevators?). Un album arrangiato, supportato e prodotto egregiamente da Will Sheff (e la sua banda) che ha il merito di aver saputo rovistare nel passato di Roky Erickson tirando fuori questi dodici brani che, ad ascoltarli ora, lasciano un nodo in gola. Un album intenso e vibrante che unisce sapientemente rock, pop, country e tutti quegli istinti primordiali del rocker fatti di musica e sentimento. Un disco costruito su splendide ballate folk (Be And Bring Me Home e Forever), passaggi visionari a bassa fedeltà (Devotional Number One e God Is Everywhere) e travolgenti incursioni rock come John Lawman e Bring Back The Past ma soprattutto come Goodbye Sweet Dreams che da sola vale l’intero lavoro. Dentro True Love Cast Out All Evil c’è il dolore trasformato in amore, c’è la voce graffiante e commovente del vecchio Roky ma più di ogni altra cosa c’è l’empatia con una grande e giovane band americana: gli Okkervil River. Una fatica dal songwriting sostanzialmente mainstream (Dylan, Cash, Springsteen, Fogerty…) che segna il ritorno (o, se preferite, la rinascita) del pioniere texano dell’LSD, personaggio capace di unire genio e sregolatezza alla maniera di Syd Barrett, Brian Wilson e Daniel Johnston. Ecco perché True Love Cast Out All Evil è uno di quei dischi da mettere assolutamente nella lista delle migliori uscite discografiche dell’anno.[1] (Luca D’Ambrosio)
[1]Recensione pubblicata su ML – Update n. 71 del 4 giugno 2010
✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 31 Maggio 2012