Restano sempre come un avvertimento quei sette giorni di preparazione, eppure stavolta ne sono bastati solo due: quelli trascorsi in studio per la realizzazione del nuovo mini-ep dei 7 Training Days che, per definizione, sembra voler ridiscutere l’esigenza di non lasciare alcun dettaglio al caso. Così all’attenzione maniacale viene sostituita la spontaneità, al controllo la foga del rock‘n’roll, all’ombra la luce. Il senso di Finale/Forward (in uscita il 31 agosto, a poco più di un anno di distanza dall’album In a safe place che nel 2011 segnò l’esordio sulla lunga distanza della band ciociara) è già tutto nel “doppio” titolo. Due i pezzi che compongono il lavoro, “Pocket Venus” e “The Greater Good“, brani che incarnano i rovesci di una stessa medaglia. Due le facce del gruppo: quella dall’appeal immediato e dal sapore radiofonico, rappresentata da “Pocket Venus“, e quella prettamente indie, più alternativa, incarnata da “The Greater Good“. Due gli elementi che rendono il prodotto omogeneo: uno è il cuore compositivo della band, immutato; l’altro è la produzione calda dei VDSS Recording Studio, dai suoni avvolgenti e naturalmente riverberati. Ascoltare questo ep è come essere seduti a un passo dalla band durante un concerto. Finale/Forward descrive inoltre in maniera chiara anche le vicissitudini affrontate dalla line-up negli ultimi mesi. Dopo l’abbandono di Achille Fiorini, che aveva curato gli arrangiamenti di chitarra per l’album d’esordio, il sapore dolceamaro di una fase crepuscolare sembrava impossibile da evitare. Ecco allora quel “Finale”, le note sfumate su un’esperienza durata ben cinque anni, che ha visto la band crescere insieme ad Achille sia in studio che dal vivo. Eppure l’approccio dell’ep, i suoni in esso contenuti, le sue liriche, non avrebbero potuto esaurirsi nel sentimento malinconico di un finale. Ecco allora lo slash, un simbolo grafico, a fare da spartiacque al taglio reale vissuto dalla band. E a seguire la parola “Forward”, lo sguardo rivolto “in avanti”, nella testa già nuove melodie per il secondo album, nei piedi la voglia di calcare altri palchi. L’impatto sonoro di Finale/Forward, la totale mancanza di editing audio e di stravolgimenti in post produzione, così come la scelta di limitare al minimo le sovraincisioni, incarnano il percorso musicale di una band in continua evoluzione, mai paga dei risultati ottenuti, mai seduta sui passi appena compiuti. (Fonte: 7 Training Days)
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