Ok, devo ammetterlo: M. Ward è uno di quei moderni cantautori alt-country o indie folk/rock, che dir si voglia, che amo a prescindere. Vuoi per quel fulminante debutto intitolato Duet for Guitars #2 del 1999, ripubblicato diversi anni dopo, e vuoi anche per quel “micidiale” uno-due servito agli inizi degli anni zero (sto parlando di End of Amnesia del 2001 e Transfiguration of Vincent del 2003). Poi venne Transistor Radio, nel 2005, e l’innamoramento fu totale, con il musicista proveniente dalla scena indipendente di Portland, Oregon, che suonava quasi alla maniera di John Fahey e che sembrava muoversi sull’asse Will Oldhman–Kurt Wagner–Burt Bacharach. Il resto, invece, è storia di questi ultimi anni: Post-War (2006), Hold Time (2009) ma soprattutto il progetto artistico di natura country pop con l’attrice e cantante Zooey Deschanel a firma She & Him. Una collaborazione che sembra abbia influenzato, almeno in parte, quest’ultimo lavoro discografico di Ward il quale palesa una personale e sospirata felicità basata sull’amore e sulle cose semplici della vita, dando vita a canzoni folk pop dal piglio romantico e cristallino (Primitive Girl e Sweetheart su tutte) che all’occorrenza, però, riescono a scendere nelle cavità più profonde del cuore e dell’anima (Pure Joy, Wild Goose e Crawl After You). Insomma, ascoltando A Wasteland Companion si ha la sensazione che Ward stia cercando di individuare una nuova cifra stilistica pur mantenendo un piede ben saldo nel passato. E se queste, amici miei, sono le premesse, prenoto fin da ora il prossimo disco solista del mio caro e adorato cantautore americano. (Luca D’Ambrosio)
✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 28 Settembre 2012