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A novembre Black Sheep de Gli Sportivi

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Lorenzo Petri e Nicola Zanetti sono la risposta migliore alla musica da cameretta, tutta chitarre acustiche e tristezza. Non che i due, rispettivamente chitarra elettrica-voce e batteria, abbiano qualcosa con chi decide di rinchiudersi nella propria stanza e piangere. Piuttosto, di fronte ad un mondo brulicante superficialità, decidono di affrontare la vita con quella forza agonistica che sembra iscritta nel loro nome. Gli Sportivi, cioè gente che non si arrende, ma lotta, suda, impreca, spera. Per inseguire l’esistenza e afferrarne le parti più intense, all’insegna di una manciata di canzoni rock-blues palpitanti, dove le chitarre strepitano tutta la rabbia e l’amore possibili e la batteria colpisce la pelle per provare a capire se c’è ancora qualcosa per cui lottare. “Black Sheep”, disco d’esordio registrato rigorosamente in analogico, presenta in pieno stato di forma una band che ha già saputo infiammare il pubblico di tanti club in lungo e in largo per la Penisola. I brani hanno tanto la soulness rabbiosa di Greg Dulli quanto il tiro malefico di Jack White, e affiancano quel recupero della radici blues del rock’n’roll che negli ultimi anni ha riportato il sound dei Settanta al centro dell’attenzione delle grandi platee d’oltreoceano. A tutto ciò Gli Sportivi aggiungono testi che ritraggono come nitide fotografie alcune situazioni-tipo del nostro tempo, fra storie d’amore ridotte a semplici questioni sessuali ed altre di emarginazione che via via sfociano nel più completo abbandono. Perché per Gli Sportivi è importante cantare la rabbia, la disillusione, ma anche la voglia di risalire, confrontarsi con la vita ed impossessarsi del proprio destino. Sono questi difatti gli unici modi per trovare un antidoto ad “un mondo in cui ci si fa strada a forza di colpi bassi e tradimenti, dove il furbo riesce ed il giusto soccombe, un rovesciamento dei valori che fomenta la rabbia. Un mondo dove seguire i propri sogni e desideri diventa una follia. Un mondo dove lo scopo ultimo della vita non è più quello di costruire un futuro, ma quello di resistere, di adattarsi e di non sprofondare nello squallore che ci circonda”. A questo squallore Gli Sportivi reagiscono con un disco di vibrante bellezza. (Fleisch Ufficio Stampa)

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