Beasts of Bourbon Vs. Drones. Tanto per capire di cosa stiamo parlando. Per essere più precisi Spencer Patrick Jones e James Baker dei primi e Gareth Liddiard e Fiona Kitschin dei secondi. Vi basta o vi servono pure i codici fiscali e il Curriculum Vitae? Un album nato dapprima come disco solista con Spencer diviso tra lap steel, pianoforte, armonica, basso, chitarre e voce e che invece, nelle 72 miglia che separano Melbourne da Nagambie (sede degli Empty Rooms Studios di Kerry McGee) si è trasformato in un abbraccio che ha coinvolto il vecchio amico James Baker e Fiona e il suo compagno Gareth, appena trasferitisi lì dalla città d’origine. Onestamente non so dire se il risultato si discosti molto da quello che Mr. Jones aveva in mente anche se forse i nove minuti di sesso chitarristico di When he finds out (non a caso l’unico pezzo che porta Liddiard come co-autore) sarebbero andati persi per sempre. Il resto forse, compreso lo spettro di Neil Young che si aggira su Duplicity, le sagome Beat Happening di Conditions Apply, il ghigno Reediano di Only a matter of time, l’insolita dolcezza autunnale di (She walks) Between the raindrops (vicina alla grazia malinconica di certe cose dei dEUS) e il bukkake blues-punk di Freak Out! (che si riannoda alla Drop Out dei Beasts of Bourbon) sarebbe venuto fuori ugualmente bene. Invecchiare con dignità. Senza fingersi giovani. Senza fingersi saggi. Senza fingersi arrivati. Senza fingere. (Franco Dimauro)
✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 7 Febbraio 2013