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Serena Spedicato – My Waits – Tom Waits Songbook (2012)

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Se è vero che oggi esiste una strada italiana alla musica, convinta e coraggiosa, appassionata ed originale, oltreché identificativa di un substrato umorale tutto nostrano, questa parte dal Salento. Nel tacco della nostra penisola da alcuni anni si alimenta un solido movimento musicale, una realtà pervasa dal vento dell’innovazione e sostenuta (in parte) dalle locali istituzioni; con i dovuti (e necessari) distinguo si può affermare che nel Salento si va costruendo una scuola simile a quelle nate dai ’50 in poi a Bologna, Roma, Genova, Milano, Napoli, con la sola differenza (per nulla banale) che nelle grandi città tutto si è potuto sviluppare con maggiore facilità e in epoche diverse da quelle odierne. Consiglierei a tutti di guardare con simpatia (e attenzione) alle produzioni di una piccola etichetta locale, la Dodicilune, che sta lavorando con serietà e competenza alla costruzione di un modello esportabile di ‘sound salentino’. La scelta di Serena Spedicato, per il suo album d’esordio, di affidarsi al repertorio di un artista così influente e trasversale come Tom Waits non è per nulla peregrina, perché consente alla cantante di dare al contesto in cui si cala una forma solo apparentemente jazzistica ma felice nelle soluzioni offerte. Infatti, sebbene la forma rispecchi l’universalità del verbo waitsiano, essa non appare mai contorta ed artificiosa, avvitata su se stessa, ed è accessibile anche ad un tipo di fruitore non perfettamente a suo agio con il jazz. Poi i brani vengono maneggiati con attitudine e freschezza espressiva, con vivacità cristallina e grazia sofisticata, in contraltare alle interpretazioni tenebrose, crepuscolari e ‘fumose’ di Tom, in virtù (pure) di arrangiamenti delicati. Del songbook di Waits la Spedicato ha pescato soprattutto nei dischi degli anni ’70, dall’esordio di “Closing Time” del ’73 fino a “Heartattack and Wine” dell’80, facendo suoi brani come ”Tom Traubert’s Blues”, ”Muriel”, “Blue Valentines“ e “On the Nickel”. La Spedicato afferma d’essere cresciuta ascoltando il jazz, soprattutto quello al femminile delle ‘divine’ Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Carmen McRae, Betty Carter, Anita O’Day, e che le influenze principali vanno ricercate nel ‘verbo’ musicale dei vari Bill Evans, Charles Mingus, Norma Winston, Urszula Dudziak, Jeanne Lee, Bobby McFerrin, Maria Schneider, poi aggiunge – in un’intervista – d’aver lavorato a lungo e con grande intensità al progetto relativo al songbook di Tom Waits che finalmente è ora diventato realtà. “My Waits”, su un’idea del compositore leccese Gabriele Rampino, è stato arrangiato da Pierluigi Balducci (che è anche bassista) e si avvale del supporto strumentale di Gianni Iorio al bandoneon e pianoforte, Antonio Tosques alla chitarra e Pierluigi Villani alla batteria. (Luigi Lozzi)


✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 10 Febbraio 2013

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