Curioso, originale e di interesse assoluto il progetto realizzato da Giangilberto Monti (su 2 CD) in collaborazione con il giornalista Enzo Gentile (un libro allegato alla confezione scritto a quattro mani) che si propone di raccontare gli intrecci tra canzone comica, umorismo, satira e musica dell’ultimo mezzo secolo di storia del nostro paese, sebbene alcuni brani presenti nell’antologia risalgano addirittura a fine Ottocento. Nel 2009 c’era già stato un primo volume di “Comicanti”, e a quello si è ora aggiunto un secondo CD che integra e completa il discorso allora avviato, più il libro già citato sulla storia della comicità in musica, dai primi del novecento ai giorni nostri. In pratica tra canzoni e parole scritte si delinea una sorta di enciclopedia della nostra canzone umoristica, non escludendo i legami tra il cabaret musicale francese e quello italiano, e la canzone dialettale, che creano nuove contaminazioni, in cui si prova a raccontare un genere particolare di canzone, un genere di confine rispetto al mainstream canzonettistico. Nella prefazione del libro che accompagna i due CD, il giornalista Enzo Gentile scrive: «La comicità, per sua definizione, è plastica e mutevole, legata al costume e ai tempi che attraversiamo. Proprio come la musica e le canzoni. Quando i due mondi si incontrano c’è modo per fare scoperte sorprendenti. Il volume che affianca i materiali discografici intende raccontare ed esplorare i territori della canzone umoristica nelle sue diverse declinazioni, con un excursus storico che ci rimanda indietro quasi di un secolo, per guardare alle radici di un fenomeno tutt’altro che estintosi, ma rinnovatosi e rivitalizzatosi attraverso l’impatto con la TV e i diversi programmi che con successo si sono proposti dal piccolo schermo nel corso dei tempi. Ci sono diversi modi per far ridere, e associare la scrittura alla recitazione o al canto ha trovato sempre più spazio e riscontri dal mercato, come dal pubblico di ogni estrazione. “Comicanti” diventa così una panoramica sulla realtà italiana per mettere a fuoco la produzione e il ruolo degli artisti e dei motivi entrati nella selezione del doppio cd, ma anche un’analisi più ampia, tesa a inquadrare un fenomeno che ha visto schierati attori, cantanti e personaggi dello spettacolo di ogni epoca e provenienza: un’opportunità per fotografare un pezzo di Italia e un clima cui, nei momenti di crisi, ci si richiama per una forma di sollievo, di conforto o alleggerimento. Con uno slogan: Canta (o ridi) che ti passa!». Ecco allora che i 26 brani compresi nell’antologia, grazie a nuovi arrangiamenti, provano a ricomporre le basi di un repertorio storico di un genere musical-comico (spesso) a torto considerato minore: «Un’antologia discografica, uno sguardo lungo oltre un secolo per riflettere sull’Italia che si ride addosso», ha sintetizzato l’autore. I vari capitoli in cui si suddivide il libro (“Cantanti, sciantose e macchiettisti”, “Satira, parodia e doppi sensi”, “Music-hall, varietà e rivista”, “Commedie musicali e canzoni-spettacolo”, “Rinascita della canzone comica”, “Cabaret-chantant e risate d’essei”, “Sarcasmi e sberleffi della canzone civile e di protesta”, “Dai Gufi al Derby Club”, “Cantautorato comico e sorrisi d’autore”, “Altre lingue possibili”, “La canzone demenziale”,”Comicanti catodici”), nelle sue 110 pagine, illustrano a dovere l’essenza stessa di questo genere che meriterebbe una più ampia e solida rivalutazione. Intanto accontentiamoci di questo pregevole prodotto, della riproposizione di brani noti del passato, di una fetta importante e consistente (e ineludibile) della canzone italiana, alla esecuzione dei quali si alternano cantanti e attori che danno appunto vita a questo Comicanti. Da Petrolini e Angelo Cecchelin, da Milly a Renato Rascel, da Renato Carosone a Fred Buscaglione, da Franca Valeri a Dario Fo, dai Gufi a Giorgio Gaber a Enzo Jannacci a Lino Toffolo, autori sempre vicini all’ironia e allo sberleffo, dalla canzone autoriale demenziale degli Skiantos, a coloro che sono (televisivamente) più conosciuti alle generazioni recenti quali Roberto Benigni e Paolo Rossi. Giangilberto Monti è un cantautore (specializzato in canzone francese), ma è anche scrittore, saggista, critico con il pallino per la divulgazione della storia della canzone d’autore e la ricostruzione storica di fenomeni a lui cari; ha infatti redatto in passato un’enciclopedia dei cantautori e una dei comici. Enzo Gentile è da tanto tempo giornalista apprezzato ed è anche docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano dove tiene un corso sulla Storia del Pop e del Rock. Nei due CD si succedono uno dietro l’altro pezzi storici del grande bagaglio della nostra cultura comico-popolare, 26 in tutto, reinterpretati da Monti in duetto (o talvolta da solo) con cantanti e artisti della nostra contemporaneità, mantenendo sempre consistente il valore filologico degli originali e del progetto tutto. Tra questi Elio e le Storie Tese interpretano “Ho visto un Re” di Dario Fo e sempre di Fo Moni Ovadia fa suo “Ma che aspettate a batterci le mani”, Nanni Svampa canta “Nebbia in Valpadana” di Cochi & Renato, di Enzo Jannacci riascoltiamo “L’Armando” (Raul Cremona), di Giorgio Gaber, che della contaminazione tra canzone e comicità è stato uno degli esponenti più importanti, troviamo “Oh Madonnina dei dolori” in una versione (semi)blues di Flavio Oreglio, e “I borghesi” (da parte di Enzo Iacchetti), brano che il Signor G. estrapolò da una canzone di Jacques Brel. E poi “È arrivata la bufera” (Giorgio Centamore per Renato Rascel), “Non spingete scappiamo anche noi”, pezzo dei Gufi, formidabile formazione dei Sessanta che giocava con le parole e con l’ironia graffiante, interpretata a modo loro da Alberto Patrucco e Giovanni Storti (del trio Aldo, Giovanni e Giacomo), “Ciccio Formaggio” (Nino Taranto) cantata dallo stesso Monti, “Tu vuò fà l’americano” invece in coppia con Giobbe Covatta, “Tanto pé canta” (Ettore Petrolini) con Lella Costa. Il secondo cd, quello aggiunto in questa edizione de “Comicanti”, si incentra principalmente sul legame tra canzone e comicità nell’ambito della scuola dei cantautori storici nostrani. Così c’è Francesco Guccini con “La genesi”, interpretata splendidamente da Alberto Patrucco, Fabrizio De André con “Il gorilla”, cantata con toni swing da Antonio Cornacchione, Edoardo Bennato con “In prigione” (da Flavio Oreglio). Ivan Cattaneo si cimenta con “A me mi piace vivere alla grande” (di Franco Fanigliulo), Sergio Sgrilli con “Bimba se sapessi” (di Sergio Caputo) Gianluigi Carlone in “Spendi spandi effendi” (di Rino Gaetano), Marco Carena in “Che coss’è l’amor” di Vinicio Capossela. L’attore-cabarettista Roberto Brivio, fondatore dei Gufi, ci consegna una bella “Garibaldi Blues” di Bruno Lauzi. Assai interessante poi “In Italia si sta male” di Paolo Rossi, che monti interpreta assieme a Paco d’Alcatraz. Non tutto risulta ad onor del vero appropriato al progetto, c’è qualche caduta di stile dovuta soprattutto a una frettolosa ‘lettura’, ma nel complesso i 2 CD e il libro suonano come una magnifica occasione da non farsi sfuggire. (Luigi Lozzi)
✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 1 Marzo 2013