Non cambierà di sicuro i destini della musica odierna, né tantomeno si prospetterà come album epocale, ma il nuovo album dei Fabulous Thunderbirds risulterà senz’altro gradito a coloro che – appassionati del buon solido rock blues d’annata – vogliano puntare (diciamo) su un… usato sicuro. I T-birds dal canto loro – l’anno prossimo festeggeranno 40 anni di carriera tra alti e bassi, e lunghi silenzi – non bluffano e neppure tentano di vendere merce avariata; cercano un estemporaneo posto al sole visto che in carriera raramente hanno potuto godersi un successo duraturo nonostante il consenso della critica. Della formazione originale è rimasto il solo Kim Wilson, armonica e voce (da sempre) tra le migliori in circolazione (i suoi punti di riferimento dichiarati George “Harmonica” Smith e James Cotton, il suo mentore principe Muddy Waters): una fama che non lo ha mai abbandonato e che è confermata dalla lunga lista di artisti di prestigio che si sono avvalsi delle sue prestazioni (Muddy Waters, John Lee Hooker, Albert Collins, Jimmy Rogers, Bonnie Raitt, Eric Clapton, Buddy Guy, Eddie Taylor, Carlos Santana, Paul Simon, giusto per indicarne qualcuno). Oggi è circondato da quattro eccellenti musicisti (Johnny Moeller che aveva collaborato con Mick Jagger all’annunciato ma mai pubblicato album di cover di brani di blues tradizionale, Mike Keller, Randy Bermudes e Jason Moeller) e da una schiera di session man (tra ottoni sostanziosi, tastiere, percussioni, background vocals) di tutto rispetto che arrotondano con gran classe il suono di base prodotto dalla band. Molti di voi ricorderanno il loro singolo di maggior successo, Tuff Enuff, incluso nella colonna sonora de “Il grande Lebowski” dei fratelli Joel e Ethan Coen, e anche Wrap it Up, frutto della decisa svolta operata nell’85 con la firma di un contratto con la Epic. Con il nuovo disco il gruppo texano si concede una ventata di freschezza che ci riporta ai primi appassionati ed essenziali lavori della band intrisi di Blues, Soul, Rhythm & Blues e Americana più in generale, e di quel piacere di suonare insieme più che di battere le strade (spesso) tortuose della ricerca di un nuovo sound. Con in più un deciso orientamento verso la riconoscibile estetica della Stax Records; si ascolti l’iniziale I Want To Believe con il suo delizioso incedere e il maturo vocalismo di Wilson, la gioiosa Lovin’ Time, il groove intrigante di Too Much Water o la Hold Me pregna di soul alla Otis Redding. E sono solo i primi quattro brani. Ma andando avanti colpiscono pure Runnin’ from the Blues, contributo del bassista Randy Bermudes, un brano dal testo contrito e disperato reso fiammeggiante dall’interpretazione vocale del capobanda, ed il soul-blues di Diamonds Don’t Kiss You Back. Got to Bring It With You ha un solido impianto funk. E poi, particolare di non poco conto, la presenza sulla scena odierna dei Fabulous Thunderbirds funge quasi da missione (per conto di Dio aggiungerebbe il John Belushi di Blues Brothers) perché serve a preservare l’integrità di una musica, il Blues, che appartiene di diritto alla storia musicale americana e che rischia, come altri generi delle roots, d’essere obnubilato dalla musica di plastica oggi imperante. God save the Blues!. (Luigi Lozzi)
✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 22 Giugno 2013