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Creatures of the Golden Dawn – Dark Was The Night Cold Was The Ground (2012)

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Il primo giugno del 2011 Mark Smith dei Creatures of the Golden Dawn ha perso la sua battaglia contro il morbo di Huntington. La sua morte segue di tre anni quella di Mike Smitreski, principale autore dei pezzi dei Creatures e chiude il sigillo definitivo su una delle più belle leggende del garage punk americano. Un progetto cui Mark aveva sempre creduto e dentro cui aveva sputato tutto il suo amore per band come 13th Floor Elevators, We The People e Cramps, e che stava celebrando proprio in quelle sue ultime settimane dedicandosi alla scaletta per una raccolta su vinile che viene ora ultimato grazie al supporto di Steven Schlack che della band fu il chitarrista e stampata in poche centinaia di copie, su plastica dorata. Una storia lunghissima quella dei Creatures, che affonda le radici nel pieno garage-revival degli anni Ottanta quando Mark mise su la prima line-up della band che si sarebbe sbriciolata in pochissimi mesi per dare vita agli Original Sins e che ha attraversato oltre due decenni di storia con almeno due album capolavoro come 1000 Shadows del 1993 e Standing at the Gates of Time di due anni dopo. Sono le due uscite da cui pesca in pratica questa raccolta fitta fitta di smorfie crampsiane (Crazy Date, la Goo Goo Muck nascosta tra i rovi di Hemlock Row), riverberi cremisi degli Electric Prunes (Cyanide), numeri degni dei migliori Cynics di Rock‘n’Roll (Bye Bye Baby, capolavoro assoluto), dei Workers di Inside Out (Living in Sarah‘s Lies) o degli Untold Fables (The Darkest Night) e tanta altra bella robaccia (Clown with the broken frown, 1000 Shadows, Three in the morning, Satan‘s love slave, It feels like the end of the world) che davvero i fan degli Allah-Las dovrebbero avere almeno l’umiltà di ascoltare. (Franco Dimauro)


✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 4 Agosto 2013

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