Sono entrati in studio con 1300 dollari in tasca per registrare un extended play e sono usciti dalla Basin Productions con un intero album che, in qualche modo, hanno deciso di spedirmi per sollevarmi dal torpore autunnale. Dio li abbia in gloria. Un disco fatto con pochissimi mezzi: una chitarra, una batteria e qualche mattoncino Lego per la bella immagine di copertina. Più nulla. Jared Mattern e Chris Beechey economizzano e ottengono il massimo col minimo indispensabile: Kill the funk è un disco che alza l’essenzialità a forma d’arte, come succedeva nei dischi della Blues Explosion, dei White Stripes, dei primi Black Keys (ma anche di tanti altri), e suona esattamente come vi aspettate che suoni un album costruito con questi ingredienti: istintivo e carnale, zozzo e spartano. Jared infila riff di buon gusto, a metà strada tra quelli di Dan Auerbach e Tom Morello (Kill the funk, Sticky Fingers, Rollin’, Come and Go i più azzeccati, Skeletons, Loungecore e Ease the mind i più originali) e Chris lo insegue con timpano e rullante. Prendono pochissimo spazio, come i pupazzetti della copertina. Funzionali ed ergonomici, come un kit dell’Ikea. Il reparto è quello degli accessori per il bagno. Ideale come idea regalo per sostituire dignitosamente la tavolozza del water di Beggars Banquet. (Franco Dimauro)
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