Un lavoro esplosivo, malinconico e smisuratamente romantico che i londinesi Psychedelic Furs realizzarono nel 1981 sbriciolando nel loro mood sonoro Roxy Music, David Bowie e Velvet Underground. Un suono che sembra percorrere certe traiettorie musicali tracciate da Echo and the Bunnymen, Wire e The Sound, con la voce di Richard Butler, sgraziata ma incredibilmente ipnotizzante, a farla da padrone. L’enigmatico Richard palesa, infatti, una timbrica distaccata e tagliente che a tratti potrebbe ricordare tanto il modo di cantare di Shane MacGowan quanto quello di Billy Bragg e Joe Strummer. Prodotto da Steve Lillywhite, l’album (il secondo delle “Pellicce Psichedeliche”) si compone di dieci inossidabili tracce, pungolate dall’inconfondibile sax di Duncan Kilburn, capaci di mostrare il lato meno oscuro della new wave; un connubio sincero di punk, dark, psichedelia e barlumi di folk al limite di un synthpop melodico e commerciale verso cui traghetterà la band negli anni a venire. La rockeggiante Pretty in Pink, la lisergica Mr. Jones, le dissonanze di Dumb Waiters e l’incedere riottoso di Into You Like A Train e It Goes On sono prove tangibili della bellezza di Talk Talk Talk. Per non parlare poi di She’s Mine, una sfavillante ballata che vorresti tenere sempre stretta al petto. Credo che sia arrivato il momento di tornare a rovistare nel vecchio scaffale. (Luca D’Ambrosio)
[1]Recensione pubblicata su ML – n. 44 del 24 marzo 2007
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