Pensavo i cantautori italiani si fossero estinti. Poi ho preso un taxi per andare in pellegrinaggio a Santiago di Compostela, e li ho trovati chiusi lì dentro. Stefano Rosso, Lucio Dalla, Rino Gaetano, Claudio Lolli, Vasco Rossi, Edoardo Bennato, Francesco De Gregori, Ivan Graziani, Franco Fanigliulo. Seduti vicini vicini, messi uno null’altro a ridosso di un mambo o di un valzer malinconico, di una rumba tropicale o di un pianoforte a coda. Il terzo capitolo del libro di Dario Brunori e della sua Società in Accomandita Semplice si prende dunque la briga di mettere in corto circuito il cantautorato moderno con quello antico, dimostrando che alla fine le differenze sono meno macroscopiche di quelle che potevamo pensare. C’è ironia e sarcasmo da vendere (Mambo reazionario, Il Santo Morto) ma anche tanta introspezione e amarezza. Come se Brunori si fosse ricordato all’ improvviso di aver lasciato al sole i ricordi e si affrettasse ora a ritirarli, realizzando che anche se sbiaditi dalla luce, i loro colori rimangono sempre più accesi di quelli che fasciano il presente, sicuramente più rassicuranti. Un disco che trova sempre la rima giusta. Quella dove cuore fa rima con dolore. L’ho cantato a squarciagola per un mese intero, fino a conoscerne ogni parola. Anche quando le parole erano ormai finite. Poi, una triste mattina di marzo, ho sputato sangue. E mi sono ammutolito. (Franco Dimauro)
✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 17 Marzo 2014