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Recensione: Yo La Tengo – Popular Songs (2009)

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Artefici di un’evoluzione artistica iniziata nel 1986 con Ride The Tiger e proseguita, poi, attraverso numerose produzioni tra cui quel meraviglioso album quasi completamente di cover intitolato Fakebook (1996) e tre gemme come I Can Hear The Heart Beating As One (1997), And Then Nothing Turned Itself Inside-Out (2000) e I Am Not Afraid of You and I Will Beat Your Ass (2006), gli Yo La Tengo sono sempre riusciti a entusiasmarmi grazie a un atteggiamento e un linguaggio musicale degni della migliore cultura underground. Con lo sguardo perennemente rivolto verso i Velvet Underground e con un suono a cavallo tra pop e psichedelia (o se preferite, tra dream pop e noise rock), talvolta impreziosito anche da atmosfere elettroniche minimaliste (leggasi ambient), il trio di Hoboken (New Jersey) non hai mai perso un colpo, e la conferma ci è data proprio da questa ennesima fatica sulla lunga distanza capace di mettere in secondo piano molte nuove uscite del 2009. Popular Songs, infatti, dispiega tutta la bellezza di un lavoro artistico realizzato con estrema passione; quella stessa passione che anima l’esistenza della formazione americana e ogni solco di questo disco fatto di ballate lisergiche, melodie carezzevoli e vuoti elettrici che non hanno nulla a che a fare con il semplice esercizio di stile come qualcuno, invece, vorrebbe farci credere. Basta ascoltare Here To Fall, All Your Secrets e More Stars Than There Are in Heaven per rendersene conto e innamorarsene immediatamente. (Luca D’Ambrosio)

PS
Più che una band gli Yo La Tengo sono l’enciclopedia vivente della popular music.

[1]Recensione pubblicata su ML – Update n. 67 del 30 settembre 2009


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