Songs of Mountain Stream è il secondo disco di Carlot-ta, prodotto da Rob Ellis (Pj Harvey, Anna Calvi, Marianne Faithfull…) per la neonata label Brumaio Sounds. Dopo l’ottimo successo di critica e pubblico ottenuto con Make me a picture of the sun (il debutto del 2011), i prestigiosi premi vinti e i numerosi concerti in tutta Italia, Carlot-ta ha lavorato alla stesura del suo nuovo disco, seguendone la genesi in ogni dettaglio. Songs of Mountain Stream non è solo un album scritto, suonato e cantato da Carlot-ta, è un’opera capace di esprimerne nel modo più diretto la personalità e sensibilità artistica. Le Alpi – quelle occidentali, nello specifico – fanno da sfondo alle 11 tracce, che descrivono un paesaggio montano malinconico e a tratti cupo, reale e insieme immaginario. A raccontarlo, prima ancora delle parole, ci pensano le melodie modali, il pianoforte, gli archi, gli organi da chiesa e le batterie elettroniche: suoni campionati nel bosco, nei villaggi, nelle fattorie, lungo i ruscelli. Non si tratta di un disco di musiche tradizionali, né di una ricerca etnomusicologica. Il linguaggio è quello del pop folk più contemporaneo, il cui fluire melodico è intralciato da un’elettronica minimale. La “canzoni del ruscello di montagna” attingono direttamente dalla fonte (la montagna e il ruscello stesso), che sia è evocata, sia risuona fisicamente nei brani. Si tratta anche di uno stream of consciousness in cui i ricordi diventano immagini idealizzate di luoghi vissuti e personaggi incontrati. In Basiliscus una donna racconta di come un rettile con la cresta da gallo si sia insediato nella sua tomba; The Barn Owl è un barbagianni che ama il cinema espressionista tedesco; Carl Holz un vecchio pianoforte le cui sedute valgono più di quelle dall’analista (nonché il pianoforte dell’artista, un suo alter ego, che porta davvero questo nome e con cui tutto il disco è stato registrato). The River è un notturno per una misteriosa Ofelia trasportata dalle correnti; White Fur una traccia cinematica dove la neve fa da tappeto alla fine dell’infanzia; Sick to the Heart una murder ballad del XIII secolo. La title track è un omaggio a William Wordsworth e L’insinuant trasforma alcune rime di Paul Valery in una strana ballata in cui il poeta diventa un lupo a caccia della sua preda. In Sunday Morning Bells are Ringin’ le campane sanciscono lo scorrere di un tempo eterno. Waldeinsamkeit, il titolo dell’ultima traccia, della durata di pochi secondi, è un termine tedesco che designa la sensazione di trovarsi soli nel bosco, dove ogni piccolo suono ha la potenza di una montagna che crolla e fa vibrare la spina dorsale. Carlot-ta ha collaborato con Rob Ellis agli arrangiamenti e alla produzione del disco, registrato tra Vercelli e Westbay, un villaggio a sud dell’Inghilterra. Carlot-ta ha effettuato delle sessioni di field recording sulle Alpi, Rob Ellis ha dissezionato queste tracce estrapolandone dei drum kit. Le percussioni che si ascoltano sono quindi alberi che cadono, motoseghe che si spengono, rami che si spezzano, pietre che rimbalzano nel fiume, versi di animali, rintocchi di campane, vecchie registrazioni di corali alpine… ordinatamente inseriti in un kammerspiel in cui la parte dei protagonisti è affidata a pianoforte e voci, accompagnati fedelmente da una sezione di archi, fiati, organi e tastiere. Le musiche di Carlot-ta sono esuberanti, a tratti ironiche, a tratti epiche, a tratti intime ed evocative. In questa personale Arcadia le montagne vanno a tempo con il suo pianoforte e i canti degli Alpini si intonano alla sua voce. Il risultato è un canzoniere complesso e al contempo immediato nel comunicarci un microcosmo, in cui stare soli ad aspettare il prossimo suono. (Fonte: A Buzz Supreme)
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