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In arrivo Chimera degli Ottodix (guarda il teaser)

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Chimera, in uscita il 10 novembre prossimo per Discipline Records, rappresenta il quinto album in studio per gli Ottodix, e il concept su cui si basa è la fine delle utopie e delle ideologie del XX secolo. Un album “Post”, un ibrido sonoro tra elettronica, pop orchestrale e sperimentazione. Un disco massimalista, opulento, ricco di arrangiamenti, di armonie classiche (la title track, “Chimera Meccanica a Vapore“, “Le Città Immaginarie“) ma anche di ruvido rock e blues di denuncia (“King Kong“, “Fine Del Futuro“) o di sarcastico futurepop (il primo singolo “Post“), a tratti epico (“Napoleone“, “Apocalisse“, “Ucronìa“), ma anche retrò e spiritual (“Arpìa“, “L’Ultima Chiesa“), fino alla sperimentazione in stile “soundtrack” dei quattro interludi strumentali. Chimera è quindi complesso, perché tenta di rappresentare un affresco del caos della contemporaneità, che è tutto fuorché semplice, basic, minimal. Come in tutti i periodi di decadenza qui si racconta il tramonto di un impero, di una società che non riesce più a produrre nuove utopie, combattendo perfino i visionari del suo tempo, unici in grado di portare forse verso un nuovo Illuminismo. Da un punto di vista strettamente musicale, con questo disco per la prima volta il sound di Ottodix si avvale di un potente spiegamento di fiati da grande orchestra, di armonie ricche di archi, di arrangiamenti strutturati, di cori epici e di un certo gusto retrò per i suoni tipici dei primi del ’900, sapientemente mescolati all’elettronica, alle chitarre elettriche e a sonorità pop di tendenza. I rimandi nei testi sono stratificati, ispirati da passionalità, denuncia e citazioni dalla storia, ma anche e soprattutto dalla complicata attualità Chimera critica l’indole forcaiola da Fahrehneit 451 che si respira tra troppa gente corresponsabile della “grande crisi”, che principalmente è un vuoto culturale collettivo e una sonnolenza della società occidentale. Chimera per la prima volta, per Ottodix, torna a guardare i Beatles di S.gt Pepper’s, con la sua moltitudine di suoni classici e moderni, con la sua babele di personaggi e la sua banda di fiati, che con una gran fanfara ci conduce tutti in festa giù per il burrone. Chimera guarda dunque a quel surrealismo inglese degli anni ’60-’70, che sbeffeggia la Londra borghese e in bombetta, ma anche la cultura sensazionalista americana, con toni alla Montypython e scenari surreali cari a Magritte. (Fonte: Sfera Cubica)



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