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Recensione: Andrea Casale – Tourist in my Hometown (2014)

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Sul finire del 2014 arriva questo bel dischetto tutto home made a nome del tarantino, trapiantato a Parma da diversi anni, Andrea Casale. Un disco che si fa notare soprattutto per il suo non voler seguire una moda a tutti i costi. La scena italiana è fatta spesso di gente che cerca di assomigliare a qualcosa che in questo momento storico musicale va e funziona. È raro trovare qualcuno che abbia un approccio diverso, concentrato più sulle canzoni, sulle proprie creature, a prescindere dal voler piacere o meno a tutti i costi. Ed è proprio questo che colpisce e si avverte nel lavoro di Casale, questo suo non preoccuparsi del giudizio degli altri in fase di produzione. Testi in inglese, un dolce pop con venature a tratti rock a tratti psichedeliche sono le caratteristiche di questo Tourist in my Hometown, un disco che scorre bene e non ci fa quasi sentire in Italia. Merito forse degli arrangiamenti e di un pianoforte protagonista e al centro dell’attenzione. Molto bravo quindi Andrea Casale e i suoi amici musicisti che lo hanno aiutato a registrare questo disco (Claudio Ciaccioli, Livio Bartolo e Francesco La Sorsa), speriamo solo non si perda nel marasma generale della scena indipendente italiana riuscendo a mantenere la stessa personalità che contraddistingue questo primo lavoro. (Margherita Vinci)



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