Al primo ascolto questo disco d’esordio dei perugini I Picari, dal titolo Radiosi saluti da Fukushima uscito sul finire del 2014 (il 29 novembre per l’esattezza) e completamente autoprodotto, non mi ha convinto. Il punto è che non so neanche bene identificare la causa, ma una cosa strana è successa: all’inizio mi sembrava tutto un po’ obsoleto a livello di suoni soprattutto (i testi e la voce del cantante Lorenzo Melloni mi sono sembrati da subito di buon livello) e dal secondo ascolto in poi invece tutto così perfetto. Riascoltandolo più e più volte tutto sembra essere al suo posto e chiaro da decodificare: canzoni folk rock, testi in italiano mai banali, una voce possente a sostegno delle parole, tematiche attuali e con un occhio di riguardo nei confronti degli “ultimi”. Forse è proprio quella sensazione di smarrimento che ho avuto al primo ascolto la vera forza del disco che riesce a ritagliarsi una propria identità molto forte. Per intenderci, se mi chiedessero a chi somigliano I Picari risponderei all’istante “a I Picari!”. Questa è una qualità sempre meno presente nella scena e che forse mi ha spiazzato un po’ all’inizio. Il consiglio è quindi quello di ascoltare questo disco e di farlo più e più volte. (Carlo Romolo)
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