Cos’è il Record Store Day per chi lo festeggia nel modo più interessato?
Cos’è il Record Store Day per chi lo festeggia nel modo più interessato? Cioè per chi, come me, gestisce un’attività indipendente che è fonte di reddito e non semplice passatempo? È una festa, almeno da queste parti l’abbiamo sempre intesa in questo modo.
Alta Fedeltà, punto di riferimento per chiunque sia parte viva di un negozio di dischi, quindi per tutti quelli che passano il tempo dentro quelle quattro mura non per forza perché devono spenderci soldi, è in realtà un libro che ho letto quando il mio negozio era già impostato in un certo modo. Festaiolo, appunto, e irriverente.
Il Record Store Day è l’esagerazione di ogni singola giornata passata a fare il mio lavoro. Una birra con gli amici nel salottino in fondo al negozio si trasforma in tre casse comprate al supermercato più bottiglie di prosecco più cose da mangiare perché l’evento, che nell’era di Facebook andrebbe scritto con la E maiuscola, attira anche chi nel negozio non ci viene mai, un po’ come la Pasqua e il Natale vedono entrare nelle chiese persone mai viste prima e che mai si vedranno dopo.
Qualcuno coerente alla propria assenza me lo fece notare, qualche anno fa: “Se non vengo mai a comprare i dischi, perché dovrei partecipare a questa festa?” Perché partecipare dà comunque un sostegno, anche morale, e non è detto che non si possa cambiare idea rispetto ai propri principi minimalisti. Il vero protagonista della festa, secondo quanto si legge in rete, sarebbe il vinile. Vero fino a un certo punto. Un piccolo negozio di provincia ancora non può andare avanti senza vendere il supporto digitale, anche perché in una città di cinquantamila abitanti in molte case è scomparso il giradischi.
Il Record Store Day è la festa dei dischi, digitali o analogici che siano. È la festa di chi ama la musica e di chi vuole essere meno provinciale possibile. Il Record Store Day in una città come Frosinone è anche un modo per scappare da Frosinone per una giornata, con la consapevolezza che in quel momento, fuso orario permettendo, persone che parlano lingue diverse stanno vivendo le stesse emozioni. Detto così sembra un inno alla globalizzazione ma pensandoci bene è solo la realizzazione di qualcosa di universale come l’amore per la musica.
Il concerto di fine serata è il momento più coinvolgente della festa: dal 2008 abbiamo ospitato i migliori gruppi indie rock della città. I ragazzi che suonano portano sempre tutto il necessario per lo show, dando prova di grande sensibilità, e l’acustica del negozio restituisce un suono sorprendente in un luogo non concepito per i concerti. L’importante in tutto ciò è vedere le facce di chi ci viene a trovare. Ogni volta lo stesso mantra: “Perché non organizzate un concerto a settimana?” Non c’è niente da fare, la musica live sarà sempre un’esperienza che le persone amano fin troppo, forse per il fatto di non essere da soli, perché sarà sempre vero che una cosa condivisa dà più conforto di una cosa che non piace agli altri.
L’evento è speciale proprio perché è una volta l’anno. È una fatica per me, ma è ben ripagata, perché l’atmosfera di festa fa in modo che, almeno in quella singola occasione, comprare un disco sia un gesto da fare, perché condiviso, non solo da chi si trova nello stesso negozio ma anche da chi sta a Londra, a Portland o ad Amsterdam. Poi, come è giusto che sia, bisogna pulire il pavimento, fare la chiusura della cassa ben sapendo che quell’incasso lo rivedrò non prima delle vacanze natalizie, e sperare che l’incantesimo che mi coglie ogni volta che entro in un negozio di dischi, sia da cliente che da titolare, possa essere vissuto anche da uno solo degli ospiti che grazie a questa giornata hanno scoperto che certi luoghi sono ancora reali e che i “dischi grossi che hanno i miei nonni” si chiamano vinili. (Marco Archilletti)
N.B.
L’appuntamento con il Record Store Day a Frosinone è da Nordovest, naturalmente il 18 aprile 2015. Qui l’evento su FB.
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✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 13 Aprile 2015