Eccoci all’esordio dei Casablanca con undici inediti freschi di ispirazione raccolti sotto un titolo che porta il loro stesso nome. Casablanca è anche sinonimo di rivoluzione interiore ma soprattutto esteriore ed è su questo filo conduttore che i quattro veterani della scena indie (e non solo) italiana danno voce a un pop rock misto di elettronica e di rabbia. Sono quattro anime per niente nuove al mestiere: produttori, musicisti, protagonisti di progetti avviati ormai da anni, dai Deasonika a Mannarino passando per Mario Venuti e approdando ai Rezophonic (giusto per fare qualche nome). Ed è così che a suon di medaglie e lustrini pregiati da appendere sulla divisa di lavoro, Max Zanotti, Giovanni Pinizzotto, Stefano Facchi e Filippo Dellinferno lanciano la sfida agli ascolti e alla critica. Ecco i Casablanca: si torna indietro di anni con le chitarre e le forme stilistiche lasciate randagie, si torna indietro con quel valore aggiunto che si chiama anima ed emozionalità strizzando l’occhio al mercato di oggi tra soluzioni melodiche dei primi Subsonica a incisi intriganti alla Paolo Benvegnù come nella bellissima Non lo volevo. Non mancano momenti lenti e di pausa in cui riprendere fiato e far di conto con la propria rivoluzione, istanti che ci riportano (forse più per la timbrica vocale) alle liriche di Dellera e Afterhours come in “Non so mai dirti che…”. Insomma, un lavoro abbastanza intrigante che tuttavia avrebbe potuto osare molto di più invece che restar fermo in didattiche di mercato e di stile per compiacere quel rock italiano in odore di hit. (Alessandro Riva)
✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 19 Ottobre 2015