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Intervista a Nudi: due chiacchiere sul mestiere del musicista

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Eccolo, semplice, pop, poco indie ma decisamente italiano. Il nuovo disco di Nudi è uno scrigno in cui si può benissimo ritrovare se stessi e la vita di ognuno di noi, quella quotidiana, l’amore e la passione, le delusioni e le paure. Da piccoli come da grandi. Non fa incetta di pubblico finemente ricercato, ne si aggira su lidi poco conosciuti, tuttavia Nudi ha una carriera lunga alle spalle ed è per questo che, in occasione del suo nuovo disco, ho deciso di avventurarmi in una chiacchierata sul difficile mestiere di musicista. Buona lettura.

Intervista a Nudi di Alessandro Riva

Un nuovo disco di bel pop italiano. Un genere che è tradizione nel nostro paese. Oggi come si sta evolvendo secondo te? Oppure pensi che certi stilemi non li abbandoneremo mai?
Credo che alcuni stilemi e dettami facciano parte del dna della musica leggera italiana, e che pur volendo, non potranno mai essere scissi dalla nostra storia e dalle nostre origini, che tuttora sono e restano il pilastro che caratterizza proprio la nostra musicalità. Tuttavia, si dovrebbe essere sempre alla ricerca di un percorso alternativo e gradualmente evolutivo, che non si discosti mai in maniera brusca e nettamente contrastante da quelli che sono i canoni della nostra musica, ma che diano spunti sempre nuovi e input originali, per poter così restare sempre al passo con i tempi, pur mantenendo intatte le proprie peculiarità.

Parliamo della produzione di questo disco: quando hai preso le decisioni stilistiche e di arrangiamento, e quanto ti sei lasciato condizionare dalla scena esterna?
Io scrivo le mie musiche e scrivo i miei testi, in più organizzo personalmente le strutture dei miei brani con molta dedizione e pazienza, e non nascondo di essere il primo critico di me stesso, perché prima devo piacere a me medesimo, e poi agli altri. Spesso cestino dei pezzi dopo averci lavorato tanto, ma se non mi convincono, non c’è nulla da fare… Gli arrangiamenti invece sono in parte miei e, in parti maggiori, dei miei personali arrangiatori e del mio direttore artistico Davide Maggioni. Nulla ci condiziona, ma tutto deve restare al passo con i nostri tempi, deve piacerci e piacere alla gente. Nel mio disco, in alcuni brani, si sfasa la classica struttura pop italiana, senza però mai snaturarla eccessivamente per il semplice gusto di provare “sensazioni nuove”, e al tempo stesso, ci si ritrova con un disco ricco di motivi freschi e variegati da mille sfumature e colori armoniosi, cantabili anche sotto la doccia…

Esiste un punto di confine tra la creatività e il mestiere? Secondo te basta avere creatività per poter fare il mestiere? Oppure deve esserci un filtro che renda “non per tutti” la possibilità di fare il mestiere dell’artista? E infine: major discografiche contro i piccoli indipendenti. Qual è il tuo punto di vista? Chi vincerà?
Da una parte, dietro le major e la musica in Italia, c’è un grande business, con i soliti nomi, che continuano a essere pienamente supportati e prepotentemente messi in prima fila, perché sono diventati ormai i pilastri della musica leggera italiana e che, anche senza sfornare più dei brani memorabili, restano sempre capaci di muovere determinati interessi, dall’altra parte, invece, ci ritroviamo con un’infinità di prodotti e persone, che si svegliano la mattina con l’idea di fare “il cantante”, e che vorrebbero conquistare gli spazi più in vista, quali quelle delle grandi TV, con pochi contenuti, tanta arroganza e voglia di protagonismo. Ecco, i Talent! Ecco la discografia e la musica in Italia oggi, poco meritocratica. È per questo che la musica non dovrebbe diventare un mestiere, ed è per questo che la musica non dovrebbe aprire le porte a chiunque, solo perché ne abbia voglia o nutra per essa passione, ma senza contenuti caratteristici e propri.

Dal tuo punto di vista: SIAE o non SIAE? La tua esperienza?
Io credo che un servizio deve essere a pagamento solo se, e quando, si usufruisce di tal servizio, e solo se, il tal servizio, ti renda almeno il tanto, da poterlo reinvestire nuovamente, il resto è fregatura. E in Italia siamo dei maestri in questo…


✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 27 Ottobre 2015

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