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Recensione: Wilco – Star Wars, 2015 (full album stream e free download)

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Dei Wilco di Jeff Tweedy e compagni non saprei più cosa aggiungere, mi limiterò a definirli come una delle migliori band del panorama alternative rock dell’ultimo ventennio. Star Wars vede la luce in un giorno di luglio, tra caldo, infradito e aloni. Una manna dal cielo che riesce a farci da scudo e salvarci dall’orrore del dilagante kitsch estivo. Il nono album in studio della formazione di Chicago, senza grandi giri di parole, è clamorosamente bello. Clamorosamente, sottolineo, perché questi quasi cinquantenni ragazzi hanno ancora qualcosa da dire (e speriamo che ne abbiano ancora per molto tempo). Già dalla prima traccia, Ekg, veniamo catapultati nel girone del noise, 1′ e 30′’ da cui non vorresti staccarti mai. Da lì in poi l’onirismo più esasperato partorisce delle immagini distorte e confuse che si delineano mentre Star Wars scorre. Da queste immagini prende forma un uomo con occhiali, viso angelico e sguardo quasi spento: è John Lennon! Dietro di lui George, Ringo e Paul con barba. Roba da copertina di Rolling Stone. I Beatles si posizionano dietro i Wilco e dirigono questo nuovo lavoro con cura maniacale come neanche Beppe Vessicchio al Festival di Sanremo ‘97. E The joke explained è la prima prova concreta. You satellite è il manifesto di Jeff & Company: il rock senza etichette, senza cliché e senza plastica. La purezza di un suono mescolata alla capacità di farti sperare che il rock sia vivo.Taste the ceiling invece è quella canzone che ognuno dovrebbe portarsi in viaggio. È la miglior ballad-amica da infilare in un borsone, mentre in Cold scope la riflessione è d’obbligo: non esiste band attuale capace di portarti in qualsiasi epoca come i Wilco. Un pezzo che sembra suonato in un garage di Liverpool nel 1966, tra viaggi e allucinazioni. Chiude infine il disco Magnetized, e quanto mi dispiace! Una ballata sfiorata da un piano, sussurrata, accennata. Una meraviglia densa di space rock e psichedelia, tanto figlia di Syd Barret e dei Grateful Dead quanto della mescalina. Oggi, nel 2015, tante sono le etichette, più per gioco che per virtuosismo linguistico, affibbiate alla band americana. La più onesta e giusta è che i Wilco fanno rock nella maniera più autentica e vera possibile. Lunga vita alla band di Chicago e tanti di questi meravigliosi album. (Giovanni Aragona)

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✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 5 Novembre 2015

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