Categorie: Articolo

The Ties And The Lies – Truth Or Consequences, 2015 (recensione + intervista)

Pubblicato da


Il nuovo disco dei bolognesi Ties And The Lies si intitola Truth Or Consequences e sa di folk rock targato anni ’90 che prende spunto con troppa voracità dalle ballate dei Guns piuttosto che da un certo scenario inglese. Un mini album di sei inediti in studio non troppo forti e carichi di rischio, nessuna avventura azzardata fuori programma e, al contempo, godibili ballate da consumarsi ai piedi di un tramonto e non solo. Strutture classiche che non convincono molto negli arrangiamenti in cui avrei preferito suoni meno curati e meno “digitali” nel senso estetico del loro sapore.

Il singolo di lancio è Home is where the heart is e segna a fuoco un leitmotiv che ci sta molto a cuore: un ritorno alle origini che, come viene riportato da più parti, sembra essere segno tangibile di una rabbiosa rivalsa e conquista dei Ties And The Lies prima verso se stessi e poi verso chi vive attorno a loro. L’aria di un Ligabue all’americana, quando si ascolta Gunners & Citizens, si mescola a un trasgressivo sentore alla Bon Jovi quando suona Latitude 33, che inizia con soluzioni sonore interessanti ma poi torna nel canonico mix rock di cui sopra. Insomma, un disco godibile che tenta di evadere dai confini nazionali ma che a stento vi riesce. (Alessandro Riva)

The Ties And The Lies: intervista di Alessandro Riva

Truth or Consequences è il nuovo album della band emiliana The Ties And The Lies che arriva a tre anni di distanza da These Are The Plans e che parte da una storia vera, quella di una città che in passato era chiamata Hot Springs e che nel 1950 venne trasformata in Truth or Consequences: nome di un noto programma radiofonico condotto da Ralph Edwards, il quale aveva annunciato che avrebbe trasmesso il programma dalla prima città che avesse cambiato il proprio nome in quello dello show. E così fu. Di seguito l’intervista realizzata al quartetto bolognese. Buona lettura.

Nella scena indie italiana, dove ognuno cerca di inventarsi il proprio stile e la propria dottrina, voi che politica usate?
Abbiamo smesso di farci questa domanda un po’ di tempo fa. La politica odierna è quella di entrare in sala prove, prendere la chitarra e suonare quello che ci piace. È sciocco pensare al contenitore prima del contenuto.

Oggi si canta spesso della crisi. Voi tornate a parlare, in qualche modo, di sentimenti nobili dell’uomo. Ci sono motivi particolari alla base?
Oddio, forse sentimenti nobili dell’uomo è una frase un po’ forte, però il senso è chiaro. Be’, dunque, io non penso che le due cose siano slegate, anzi. Penso anzi che l’unico modo per venire fuori vagamente indenni dalla crisi economica (e poi sociale) che stiamo vivendo sia quello di appigliarci alla famiglia e agli amici. Quelli sono il nostro portofranco, e ToC parla esattamente di questo.

Dite che i disequilibri del passato al vostro organico hanno prodotto frutti interessanti in questa nuova produzione. Quali esattamente?
La consapevolezza della solidità, come band, è una cosa importante. Questo disco non ha avuto disequilibri interni, nè nella scrittura nè nella registrazione. Probabilmente è la prima volta che ci capita che tutto esca in maniera così naturale, così fluida e genuina.

Ambizioni e obiettivi di T.O.C.? Ha ancora senso secondo voi scrivere e fare musica in questo sistema italiano oppure, come testimonia la vostra stessa musica, state cercando di andare altrove?
Siamo dell’opinione, magari un po’ naive, che non si possa fare musica per obiettivi. Suonare, almeno per noi, non è come compilare un foglio excel. E quindi sì, ha senso suonare qui, fare musica qui, come ha senso fare musica ovunque, nelle grandi città come nella provincia. Si suona per un’esigenza, non per un fine. Però ovviamente è solo un’opinione…

Pensando al singolo di lancio: quanta autobiografia c’è dietro le vostre canzoni?
Tanta, tutta. Ogni canzone, a dispetto dei titoli pomposi e delle copertine polverose è storia nostra, viene da un vissuto e ha davvero dietro un racconto, un episodio. Spesso durante i concerti, ad una certa frase o in un certo momento ci guardiamo e ridiamo, perchè sappiamo esattamente a cosa


✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 16 Novembre 2015

MUSICLETTER.IT

Musica, cultura e informazione (dal 2005)