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Recensione: Gronge – Gli anni ’80 (2015)

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Gli anni Ottanta dei Gronge. Tutti. Senza dimenticarne nessuno. Classe Differenziale, Fase di Rigetto, lo split con i Move del 1987, i pezzi de La nave dei folli e la primissima demo a nome Kapò Koatti, più vicina a una forma di canzone tradizionale di impronta punk di quanto poi la storia dei Gronge avesse mai pensato di fare sin dai suoi inizi, datati ormai nel lontanissimo 1985. Agitatori sociali prima ancora che musicisti, seppur atipici, Tiziana Lo Conte (voce), Marco Bedini (batteria) e Sandro Denni (tastiere) sono attivisti di chiara estrazione sinistroide e autori di uno stile musicale originalissimo difficilmente inquadrabile con categorie definite e vagamente imparentato con certe derive industrial d’Oltremanica, con il punk frastagliato dei Minutemen e il cabaret decadente di matrice teutonica ma rivisto con spirito e mente critica molto italiane.

Con un occhio sui quotidiani nazionali, uno alle etichette dei veleni industriali e uno sui graffiti che sono le versioni preistoriche delle bacheche di Twitter. È così che nasce la prima autoproduzione del gruppo capitolino intitolato Classe Differenziale. Una demotape stampata in sole 80 copie che verrà pubblicata su vinile solo tre anni più tardi, per l’etichetta di Stefano Giaccone dei Franti. Cinque canzoni schizzate, scomposte, dai contorni irregolari come dei nei mutogeni. Il debutto ufficiale, ancora autoprodotto e supportato da decine e decine di eventi lungo le realtà autogestite ed occupate dello stivale, si intitola Fase di Rigetto, venduto al prezzo imposto di 10.000 Lire. Il suono è ancora più incatalogabile ed eversivo rispetto alla demo, a-melodico, torvo, surreale, neoplastico. Pochi mesi dopo è la volta dello split con gli affini Move, anche loro capitolini dal suono poco definibile. Gli Anni ‘80 ripropone tutta la facciata destinata allora ai Gronge: sette canzoni su cui svettano il punk di bachelite di Mentre Soweto brucia e i telai di polivinilcloruro di Un giorno nasce e uno muore.

A chiudere la doppia raccolta, i tre brani che i Gronge regalarono alla fanzine Amen per la compilation La nave dei folli, progetto legato alla delicata gestione della Legge Basaglia racchiuso all’epoca in una ormai introvabile confezione shock e stampato su un picture disc disegnato dagli ex ospiti del manicomio meneghino riprodotto qui su piccolo formato per i due supporti digitali.
Musiche anarcoidi. Per niente convenzionali e per nulla allineate a quanto si produceva allora o si continua a produrre oggi nonostante le reti metalliche degli ospedali psichiatrici siano state sostituite da quelle a maglie apparentemente meno oppressive della rete virtuale. (Franco Dimauro)


✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 5 Marzo 2016

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