Riapre il cineforum della Fuzz Orchestra. Quello in cui sedersi indossando le camicie a maglie d’acciaio. Ed è un po’ come morire in sala. Schiacciati dai ricordi o da un panzer. L’obiettivo si sposta dalla politica alla religione. Uno scarto minimo, perché sono entrambe facce della stessa medaglia del potere, entrambe simbolo di un’eclissi che obnubila la ragione, lasciandola marcire all’ombra di una qualche fede. La musica della Fuzz Orchestra avanza implacabile e ostile, portando in sella Thànatos. Dal cielo piove piombo.
A dare manforte arriva adesso un “uomo nuovo”, un quarto cavaliere dell’apocalisse: si chiama Enrico Gabrielli, classe 1976. Uno che ha infilato mani e rumori in tantissimi dischi. Da Capossela a Morgan, da Benvegnù agli Afterhours, dai Calibro 35 a Dente, da Baustelle a Nada, dagli Zen Circus a Moltheni, fino ai Muse. Insomma, se avete comprato un disco negli ultimi quindici anni, lui è infilato in uno dei vostri scaffali e magari non lo sapete. È lui che si occupa di dirigere gli esecutori di metallo su carta che affiancano il trio meneghino in questo nuovo capitolo di una delle più lucide e spietate analisi sul sociale che un gruppo italiano abbia mai prodotto. Senza profferire una sola parola. Senza muovere una sola accusa. (Franco Dimauro)
✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 16 Marzo 2016