Lucinda Williams è senza dubbio una delle più apprezzate e carismatiche cantautrici americane in attività, nonché un’interprete ancora caratterizzata da un inconfondibile tratto anticonformista. Nel suo stile personale convergono influenze blues, folk e country, unite al calore e ai colori del rock sudista e a una voce immediatamente riconoscibile, rauca, intensa, espressiva, perfetta nell’esaltare sia le accensioni del r’n’r sia le sfumature più intime della canzone d’autore.
Attiva dalla fine degli anni ’70, quando sotto l’egida della storica etichetta Folkways esordì nelle vesti di custode della tradizione country folk, Lucinda Williams si è rigenerata partendo da Lake Charles, Louisiana (sua città natale), sintetizzandone lo spirito e rimescolandone le peculiarità sonore con attitudine iconoclasta nello stupendo e omonimo Lucinda Williams (conosciuto anche come «The Rough Trade album», dal nome della casa discografica britannica che per prima credette in lei), una sorta di secondo debutto pubblicato nel 1988, definito dalla critica «un lavoro perfetto» («Non c’è un singolo accordo, verso, ritmo o inflessione che non raggiunga direttamente il cuore dell’ascoltatore», ebbero a scrivere i giornalisti) e in pratica responsabile, tramite la sua fusione di country, blues, gospel e punk, della nascita di quel genere ibrido oggi chiamato Americana.
Nelle ultime 25 stagioni la cantautrice ha attraversato il paese, suonando e registrando pezzi gratificati da una fama immensa e da altrettanto rispetto all’interno dell’industria musicale, per esempio la Passionate Kisses che, interpretata da Mary-Chapin Carpenter, le regalò il primo Grammy Award, o Car Wheels On A Gravel Road (1988), album dalla lavorazione interminabile e tuttavia celebratissimo dal pubblico, dai colleghi e dalla stampa, fino al punto di regalare all’artista il secondo «premio Oscar» del mondo della musica.
La sua carriera è costellata da altri grandi classici quali West (2007) e Blessed (2011), che il Los Angeles Times ha definito «un album dinamico, umano, del quale è facile innamorarsi». Lucinda Williams attribuisce l’iniezione di vitalità e passione serpeggiante nei suoi lavori alla presenza di Tom Overby, suo partner nella vita e nella musica, che continua a incoraggiarla nel proseguire verso direzioni altrimenti inesplorate. L’ultimo The Ghosts Of Highway 20, uscito all’inizio di quest’anno, è stato descritto dal quotidiano The Guardian come «un’opera intimista, dolorosa e potentissima», questa volta contraddistinta da alcuni degli arrangiamenti più creativi e raffinati della carriera dell’artista.
Dopo anni di sogni e concerti inseguiti in tutta Europa, la presenza di Lucinda Williams a Pusiano (Como) il 16 luglio 2016 al Buscadero Day, accompagnata dalla sua band al completo, in occasione del Buscadero Day – la rivista che, unica nel settore, ne ha promosso l’ascesa anche in Italia – rappresenta un evento di valore e dimensioni uniche, a lungo atteso e finalmente diventato realtà. (Fonte: Ufficio stampa Buscadero Day)
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