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Recensione: Tony Cercola – Patatrac! (2016)

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Dalle righe partenopee arriva sempre quella musica che, se non spietatamente rivolta al pop melodico, si contamina di mare, di terre, di mediterraneo e di culture molto meno conosciute al grande pubblico. Come accade ascoltando dischi di Avitabile piuttosto che Gragnaniello, quello del batterista Tony Cercola non è solo un disco ma un vero e proprio viaggio strutturale, sociale, artistico e, senza esagerare, umano.

Il nuovo lavoro da poco pubblicato per la Interbeat Records di Luigi Piergiovanni, si intitola Patatrac! in cui troviamo otto nuove composizioni ma anche quattro storici brani del suo passato – tra questi svetta la famosa Lumumba che ritroviamo in una versione decisamente più digitale e industriale con i contributi di Paky Palmieri e Laye Ba. E poi va detto che questo disco, lungo 12 tracce, non ha proprio intenzione di depositarsi e di parcheggiarsi in una qualunque delle regioni conosciute, non vuole cioè avere una sola faccia e un solo colore. Sfugge alle etichette e lo fa con un piglio che sembra gettato di istinto e di passione ovunque e senza alcuna regola di base. Cercola chiama così a raccolta un collettivo di artisti noti e meno noti, di nomi della nostra discografia (immancabile Eugenio Bennato) ma anche volti assolutamente sconosciuti proveniente da paesi stranieri come Argentina, Brasile, Spagna, Lituania e tanto altro.

Troviamo andamenti afro mescolati a digitalizzazioni provenienti da grandi metropoli europee…non mancano le sperimentazioni “assurde” per chi è abituato alle scritture di Cercola come l’ultima traccia dal titolo Song Inspiration che nel pattern computerizzato di ritmiche tribali troviamo qualcosa che somiglia a un canto aborigeno. Ma ci sono anche forti appigli pop come la bellissima e trascinante E patatrac o come la napoletanissima Tiemp’ tiemp’. A suo modo l’ascolto di questo lavoro mi rimanda al progetto One Giant Leap uscito tanti anni fa in cui Grant Lee Phillips radunò a se artisti e voci facendo un breve ma intenso giro del mondo. Nessun paragone, sia chiaro, ma di certo il mood che ci lascia sotto pelle questo Patatrac! è così (tanto) particolare e caratteristico che senza accorgercene ci lascia inevitabilmente senza aver punti di riferimento a cui fare affidamento per orientarci. Aspettiamo un video di lancio. Resta solo l’imbarazzo della scelta su quale brano pescare. (Alessandro Riva)


✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 3 Giugno 2016

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