Il cartellone di Strade Blu 2016

Torna Strade Blu, partito esattamente 15 anni fa da Modigliana, piccolo paese sulle colline forlivesi e da allora in slalom fra i generi e i centri della Romagna.

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Torna Strade Blu, partito esattamente 15 anni fa da Modigliana, piccolo paese sulle colline forlivesi e da allora in slalom fra i generi e i centri della Romagna. Oltre metà cartellone gratuito, come sempre, e l’altra metà a biglietti calmierati. Uno sguardo partito dal roots e dal blues che si è allargato fino a sfiorare la contemporaneità.

Si comincia il 19 giugno al Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza con la leggenda Richard Thompson – RT, uno dei pochi giganti mai apparsi a queste latitudini, poi il sontuoso ritorno in pista dei Tortoise (18 luglio), il blues africano dei Tinariwen (29 luglio) – il primo dei due eventi in collaborazione con gli amici di acieloaperto, che fa il paio con il concerto solo di Cat Power (6 settembre) alla Rocca Malatestiana Cesena Bene Comune – e la nuova declinazione roots di The White Buffalo (28 luglio), e poi i nuovi dischi di due vecchi amici del festival Hugo Race Fatalists (14 luglio) e Dan Stuart (8 luglio), con ospiti speciali Sid Griffin dei Long Ryders e Chris Cacavas Music, e poi le serate “club” con proposte particolari, la musica cinematica del Concerto Illustrato degli Opez (27 luglio), Dino Campana riletto da Massimiliano Larocca e Riccardo Tesi (26 luglio), il rock and roll di Bob Malone (6 agosto).

“È un cartellone più breve di quello dello scorso anno, come spesso capita negli anni dei Mondiali e degli Europei, ma è comunque un buon cartellone. L’idea alla base di tutto – dicono gli organizzatori – è quella di una continuità dinamica con tutti gli stimoli lanciati e raccolti in quindici anni di ricerca sull’idea del folk contemporaneo. Definizione imprendibile, che necessita di continui aggiornamenti, una ricerca che non può limitarsi a guardare in avanti – al presente dell’attualità, o della novità – ma che oggi più che mai deve sapere cercare la profondità”. Il risultato è un calendario compatto, vario eppure familiare, senza gerarchie. Un invito all’ascolto che comprende grandi appuntamenti internazionali, ritorni e prime volte, globalismo e localismo, nord e sud. Sempre con uno sguardo attento sui confini (più in movimento) in cui i suoni delle terre mischiano colori e tavolozze, in una linea che definisca un possibile folklore del Contemporaneo. (La redazione)

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