“Giusto il tempo del trasloco” per muovere armi e bagagli da una costa all’altra degli Stati Uniti ed ecco, dopo sette anni dal disco di debutto, il nuovo album dei Mystery Lights, il primo per la nuova sussidiaria della Daptone Records che proprio con loro ha inaugurato il suo catalogo su piccolo e grande formato. Tanto basterà perché qualcuno parli del nuovo album, peraltro omonimo, come del loro disco di debutto. Magari con toni entusiastici. Che sono ovviamente i benvenuti. Personalmente trovo invece questo loro nuovo lavoro un gradino inferiore al bellissimo disco di debutto. Forse rispetto a quello, un po’ troppo “pensato”. Una congettura formale che in parte nuoce alla tavolozza di colori usata dalla band, sacrificando molte delle sfumature che invece erano l’elemento chiave del disco precedente.
Il suono ne esce un po’ più impacciato e un po’ più “schiacciato” su uno dei modelli che sembrano diventati di riferimento per i Mystery Lights, ovvero i Seeds. Basti prendere come pietra di paragone la 21 & Counting presente su entrambi i lavori per sincerarsi di come lo stampino di Pushin’ Too Hard sia stato sfruttato per pressare la loro musica come si fa con l’impasto dei waffel. Il che non è un male in senso assoluto ma finisce per avvicinare pericolosamente la loro musica a quella delle band di Lorenzo Woodrose, che sono già tante. Si tratta di un processo per fortuna non ancora irreversibile, come ben dimostrano pezzi come Too many girls e Follow me home ma tuttavia già ben avviato, come lascia trapelare una buona metà del disco. Questo non vi esima dal comprarlo, ma se per voi sono ancora un “mistero”, cominciate a scoprirli da Teenage Catgirls & the Mystery Lightshow. Poi, tornate qui a parlarne. (Franco Dimauro)
✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 18 Luglio 2016