La britannica Gemma Ray torna sulla scena indie con la sua ultima opera dal titolo The Exodus Suite, una drammatica odissea di 52 minuti fra il pop noir e la psichedelia. L’album è stato registrato in presa diretta nei famigerati Candy Bomber Studios, nel vecchio Tempelhof Airport di Berlino. Alla produzione Ingo Kraus, già al desk di Iggy & The Stooges, Einstürzende Neubauten, Jamie Lidell e Crime & The City Solution. La scelta di registrare live nasce dall’esigenza di catturare un suono naturale, in tutta la bellezza delle sue imperfezioni. Il risultato è scolpito nell’effetto solenne, quasi monumentale e allo stesso tempo semplice e immediato delle canzoni.
Il titolo dell’opera riflette le tematiche politiche e personali delle sue composizioni. Sembra quasi destino infatti che proprio nel capannone al di sotto degli studios, durante le registrazioni, fossero rifugiati 8000 profughi siriani. La cruda realtà delle circostanze dei rifugiati, la loro presenza, i suoni e gli odori hanno avuto una profonda influenza sulla performance e sulla produzione del disco, le cui liriche esplorano numerosi temi: dall’amore universale all’esilio, dall’esodo all’egemonia della natura, dalla tecnologia alle disparità sociali, e soprattutto un profondo bisogno di empatia e di umanità.
The Exodus Suite è eseguito da Gemma Ray (voce, chitarra, mellotron e organo), Andrew Zammit (batteria, percussioni, organo, synth e chitarra), Fredrik Kinbom (basso, lap steel guitar) e Carwyn Ellis (ospite al piano e al Wurlitzer). Pubblicato lo scorso 10 giugno da Bronze Rat Records, il disco è in streaming integrale sul nostro blog a partire da oggi. Buon ascolto. (Fonte: Cabin Fever Collective)
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