Da Bergamo si respira aria di provincia e di rivoluzione, aria di contaminazione e di esterofilia incondizionata. Quello che manca è l’attenzione dovuta per chi dalla polvere dei primi passi sboccia oggi più maturo di quello che ci si aspetti. Il duo di musica power pop (come mi piace definirlo) che risponde al nome di Francesco “Shamble” Arciprete (voce, chitarra e basso all’occorrenza) e al nome di Matteo “Teo” Belloli (batteria) si affacciano al pubblico e alla critica e si fanno chiamare Elefanti. Ecco il loro disco d’esordio intitolato Noi siamo Elefanti e non si sfugge e non si lascia spazio alla contraddizione: ci troviamo in territorio pop italiano, “americano” se proprio la vogliamo dire da fighi, laddove per America pensiamo ai White Stripes più commerciali e a tutto quel mondo bitonale di strumenti sempre monotematici ad un filo dalla distorsione fastidiosa che poi ha contaminato la scrittura di tantissimi a seguire.
C’è da dire che se i nostri peccano di originalità si rifanno con la personalità che vendono a peso d’oro con testi di propria fattura, belle melodie di proprio sacco e soprattutto, ogni gusto ed ogni faccenda qui è in italiano. Quindi attingere sì, doveroso, va benissimo ed è inevitabile, ma questa volta c’è del proprio che non prescinde affatto da quel gusto pop e dalla nostra lingua e tradizione che è di una bellezza incontestabile. Gli Elefanti ci regalano sette inediti lanciati alla stampa dal singolo Nel vortice (non è facile) con un video carino, ben fatto che non grida al miracolo. Anche la trovata della maschera (questa volta da elefante ovviamente) non è che sia innovativa e di certo il messaggio di purismo e di verità nel quotidiano incedere della nostra vita sociale spopola ormai in lungo e in largo nella letteratura musicale di ogni dove.
La voce sempre distorta di Shamble non è che mi faccia impazzire ma il disco gode di una buona produzione che in tutto e per tutto non fa sentire troppo la mancanza di un basso e ogni sferragliato ruggine dei suoni è ben dosato per non esagerare troppo. Punto il dito dell’attenzione al brano che più di tutti strizza l’occhio ad una buona scrittura melodica: 4 Lire. Se pensassi a questo brano tra le mani di uno dei tanti burattini famosi della televisione, sempre rispettandone il genere e la forma, penso che sarebbe una bella hit da radio. Purtroppo ragazzi, anche avendo “4 Lire” non potremmo mai decidere come morire… Bel lavoro e benvenuti nel mondo degli Elefanti. (Alessandro Riva)
✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 15 Settembre 2016