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Verso un nuovo Mei come vetrina nazionale della musica emergente

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Con l’edizione del 2016 si è concluso il ciclo dei vent’anni del Mei di Faenza. Ora però tocca guardare avanti, prendendo spunto dalle esperienze finora maturate e facendo in modo che il Meeting degli Indipendenti continui a essere un evento innovatore e un punto di riferimento nazionale della musica indipendente ed emergente. È così che possiamo sintetizzare il pensiero del patron Giordano Sangiorgi, anche se per costruire un nuovo Mei “servono più risorse dal territorio, un serio riconoscimento nazionale dalla politica, dalle istituzioni e dai media, un continuo rinnovamento e ringiovanimento per rimanere in sintonia con i tempi…”. (La redazione)

Due domande a Giordano Sangiorgi

Allora, Giordano, raccontaci com’è andata questa edizione del Mei e quali sono state le tue sensazioni.
Bene. Nonostante il blocco dei treni sulla tratta Bologna/Rimini abbiamo avuto un boom di pubblico notevolissimo, perdendo però, proprio per colpa della mancanza dei treni, un po’ di giovani artisti e band emergenti. Ma il clima tra operatori e pubblico è stato magnifico, si respirava un bel clima di costruzione per il Nuovo Mei del futuro con una squadra di collaboratori storici (Guglielmi, Galassi senior, D’Ambrosio, Deregibus, Roccaforte, Bigazzi, Fornari, Zurlo, Benini, Grossi, Lionello e tanti altri) e una di nuova generazione (Galassi junior, De Stefano, Piccoli, Barillà, Carbone, Quadri, Biasin, Sarubbi e tanti altri) veramente affiatati e con un obiettivo molto preciso: quello di costruire un nuovo Mei che finito il ciclo dei 20 anni diventasse la vetrina nazionale ufficiale della nuova musica emergente, una cosa che oggi manca.

La domanda è più o meno sempre la stessa che ti avevamo fatto qualche settimana fa. E adesso dove andrà il Mei? Ci sono già delle idee per il futuro? Se sì, quali sono?
Chiudere un ciclo dei 20 anni del Mei era necessario. L’avevamo detto e lo confermiamo chiudendo l’esperienza definitivamente. Il Mei è sempre stato un innovatore e ha dato l’input a tante nuove iniziative come quelle del Forum sul Giornalismo Musicale quest’anno che proseguiremo e poi il PIMI, il PIVI, la società di collecting AudioCoop, il coordinamento della Rete dei Festival, gli artisti intorno all’Aia di Piotta e tantissime altre idee iniziative come iniziative contro le mafie, tornei di calcio e tanto altro ancora che sono stati e sono tuttora punti di riferimento per il settore. Un innovatore che tra l’altro ha saputo irradiare i suoi progetti a tanti altri e in tante altre zone d’Italia. Con tutti questi costruiremo il nuovo corso del Nuovo Mei al quale servono più risorse dal territorio, un serio riconoscimento nazionale dalla politica, dalle istituzioni e dai media, un continuo rinnovamento e ringiovanimento per rimanere in sintonia con i tempi così come il MEI è stato all’inizio e per gran parte della sua avventura.



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