Siamo di fronte a un disco pregiato e finemente ricamato da cui ho preteso un ascolto più ricco e preciso nella produzione audio e invece Pier Mazzoleni, per quanto abbia tra le mani un grandissimo lavoro, si perde appena nella rifinitura di certi vezzi che trasformano un bel disco in un grande disco. Sottigliezze a parte che poco importano, questo suo Gente di terra è un monologo autorale di grande spessore sia dal punto di vista musicale – per questo troviamo a dialogare arrangiamenti e musicisti capaci di sfumature di fino – sia dal punto di vista testuale in cui Mazzoleni non si adagia sugli allori di alcune tematiche e di alcune soluzioni facili ma cerca comunque di arrivare dritto al cuore della gente con un linguaggio poco scontato.
La sua canzone d’autore è leggera e non ha pretese, il tema portante è quello della gente, la nostra gente, la nostra terra, un concetto filosofico più che geografico, una genesi e un divenire spirituale più che generazionale. Pier Mazzoleni parla d’amore e parla anche di estromissione, di rifugi e di evasioni. E se i richiami a un “certo” De Andrè sono forti, anche i ritornelli di un certo stile pop italiano sono altrettanto marcati. Non occorre puntare il dito al gusto discutibile di un video come Volo che troviamo in rete, occorre invece fermarsi ad ascoltare il resto del lavoro che di certo non è miracoloso ma probabilmente salvifico, fosse solo per il buon gusto che, per quanto personale e discutibile sia, questa volta affonda le radici in qualcosa di autentico e sincero. (Alessandro Riva)
allowfullscreen>
✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 11 Ottobre 2016