Ci troviamo di fronte a un pop classico, sdoganato da più parti e in diverse salse. Questa volta è il turno del cantante trentino Michele Cristoforetti che inserisce nella forma canzone popolare dell’era moderna qualche ingrediente di personalità e di gusto che sinceramente mi ritrovo a sottolineare anche io, al pari di gran parte della critica che già si è espressa su questo disco.
Si intitola Muoviti questo nuovo disco uscito lo scorso novembre, ed è poco chiaro quale sia la reale tracklist del disco dato che sulla presskit a corredo ne troviamo una diversa dagli ascolti di SoundCloud, perché questo lavoro non è presente nei classici store digitali (Perché? Errore mio di ricerca?). Di sicuro in tanto pop inedito, che alle prime potremmo lasciar scivolare nel calderone dei tanti, troviamo due cover che, se una come Viva l’Italia di De Gregori non sorprende più di tanto, l’altra, Gente metropolitana di Pierangelo Bertoli, pretende invece che ci si soffermi un attimo su.
Muoviti un disco che, nonostante la sua facciata patinata, rivela particolari di una personalità e un’umanità fragile, incerta e reale, come la voce non pulitissima e per niente neutra nella dizione che, in qualche modo, riesce ad affascinare. E poi c’è quel bellissimo e sottile velo di malinconia che mette in luce la sincerità di un musicista che parla al proprio pubblico prima come uomo e poi come personaggio di scena. E questo vale anche per il singolo di lancio Sigaro Cubano, forse il brano più radiofonico di tutto l’ascolto, in cui troviamo la partecipazione del ben noto Maurizio Solieri.
In definitiva: Michele Cristoforetti realizza un bel disco autoprodotto che però manca ancora di stabilità, di concretezza, di una scrittura forte e di un motivetto pop che lasci il ricordo. Perché alla fine, personalità e gusti a parte, “io pretendo che mi resti in mente il motivetto.” (Alessandro Riva)
✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 24 Gennaio 2017