Marzo nell’immaginario collettivo è da sempre sinonimo di incostanza e instabilità. Freddo, caldo, sole e pioggia si mescolano creando un vortice di allergie e acciacchi. Idi di marzo fatali alle aspirazioni e alle manie di onnipotenza di Giulio Cesare il dittatore, morto proprio nel mese della primavera. E diciamola tutta: le belle giornate spingono a uscire, alla ricerca di nuove città da visitare e nuovi festival e mostre da vedere.
Questo articolo scritto in una giornata di sole al sapor di piena primavera è l’ennesimo attestato di stima per un festival divenuto ormai riferimento principale per gli amanti della buona musica: parliamo ovviamente del Primavera Sound Festival di Barcellona, che aprirà i battenti il 31 maggio prossimo.
Facciamo un passo indietro: il Primavera Sound nasce nel 2001 come riferimento degli amanti della musica elettronica e diviene nel giro di pochissimi anni fenomeno europeo di riferimento. Barcellona inoltre si presta clamorosamente bene con il suo clima “paurosamente” perfetto che anticipa l’estate. Una città ben organizzata che ha visto grazie alle attività culturali e sportive la sua impennata. Nel 1992 i Giochi Olimpici hanno di fatto sancito la partenza e lo sviluppo smisurato della capitale della Catalogna.
Gaudì, le spiagge, i fiori, la Fondazione Joan Mirò, il museo Picasso, la birra, le tapas e il Primavera Sound, appunto, sono le meraviglie da visitare, da vedere, da bere e da mangiare. Nel focalizzare l’attenzione sul prestigioso festival spagnolo, bisogna ricordare che è tutta Barcellona a immergersi nella musica in quel periodo: dalla zona del Parc Forum, con il suo carico di oltre 200 gruppi al centro città, passando poi per quel locale dove tutto ebbe inizio, stiamo parlando della Sala Apolo.
Il programma è clamorosamente vasto e lascia senza fiato (leggilo qui). I concerti inizieranno il 29 maggio con l’indie pop di Jeremy Jay e l’alternative al sapor dei 90′ degli Wave Pictures. Il 30 maggio l’immaginario del Texas in una band: Cigarettes After Sex. Dal 31 maggio, invece, l’aperitivo del Primavera inizierà a esser abbondante dando spazio a un vero pasto completo, e questi sono alcuni dei nomi che suggeriamo: Kate Tempest, rivelazione assoluta degli ultimi anni in virtù poi di un disco spaziale uscito pochi mesi fa da ascoltare assolutamente, parliamo di Let Them Eat Chaos; il sano indie rock dei Local Natives dall’ottimo ultimo album Sunlit Youth.
Ufficialmente dall’1 giugno inizierà il Festival e qui è d’obbligo consigliare: The Afghan Wigs perché amiamo gli anni ‘90, e poi Aphex Twin, Broken Social Scene, Solange, Nikki Lane e l’ambient house di Joy Orbison.
Il 2 giugno è il giorno dei talenti puri e sopraffini: Frank Ocean, il fenomeno dell’alternative rap del momento che, con i suoi mix-tape di pura grinta e impatto, ha spiazzato il mondo musicale; Front 242, pionieri e dell’electronic body music; Mac De Marco, The XX e Sleaford Mods come sinonimi di garanzia e freschezza della migliore musica alternativa in circolazione.
Il 3 giugno sarà la volta del pop alternativo dei Teenage Fan Club, del folk/indie rock di Angel Olsen reduce, tra l’altro, dal suo ultimo capolavoro intitolato My Woman. E poi ancora: Japandroids, Metronomy, Weyes Blood, The Wheels, senza dimenticare il tributo a David Bowie di Seu Jorge con The Life Aquatic Studio Sessions.
Infine, il 4 giugno, consigliamo il guru Steve Albini con gli Shellac e la fascinosissima Marta Delmont. Insomma: un altro Primavera Sound Festival da non perdere. Io ve l’ho detto. (Giovanni Aragona)
✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 17 Marzo 2017