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Recensione dei libri Curtis Mayfield di Carlo Bordone e Sam Cooke di Alex Righi

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Non sono rotondi ma rettangolari e non hanno il marchio Atlantic o Stax o Motown o Volt ma se appoggiate il naso tra una riga e l’altra è un po’ come se poggiaste la puntina sui migliori dischi di black music degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta.

Sono i Soul Books, curati da Alberto Castelli ed editi da Vololibero, la collana dove si racconta l’epopea della musica nera, dei suoi eroi, delle sue umiliazioni e delle sue grandezze, degli ostacoli che si trovò a dover scavalcare e alla gloria a volte tardiva che le venne tributata, del patrimonio artistico e genetico che spesso fatichiamo a riconoscere quando la vediamo correrci incontro sfigurata o mascherata, adeguata ai gusti delle nuove generazioni.

Gli ultimi due volumi, il sei (Curtis Mayfield – Impressioni di Chicago di Carlo Bordone) e il sette (Sam Cooke – Sono nato vicino al fiume di Alex Righi), ci portano dritti nel cuore di Chicago, fondamentalmente dentro quel lungo intestino che va dal secondo dopoguerra all’escalation del conflitto vietnamita.

Gli anni che vanno da quando, con You Send Me, Sam Cookeaveva cominciato a volare alto nei cieli della musica pop a quando, con la doppietta di album del ’74, Mayfield si inabissa finendo per sfornare dischi sempre più insignificanti con cui il dialogo “trasversale” verso l’audience bianca si fa sempre più flebile.

Storie in cui il fato fa il suo ingresso in maniera prepotente ribaltando le carte sparse sul tavolo ma nelle quali è la forza emotiva e la determinazione di Cooke e Mayfield a detenere saldamente e nonostante tutto il ruolo di protagonista garantendo loro una qualche sorta di ascensione, se è vero che alla fine di ogni nostro viaggio terreno c’è un qualche ascensore ad aspettarci.

Storie raccontate con la giusta prospettiva critica e il necessario contesto storico-sociale. Porte con grazia e con calzante e rispettoso senso critico. In formato tascabile. Che se sei un pendolare puoi mandarle giù in un sorso, mentre ti muovi da Novara a Milano, illudendoti per quaranta minuti di viaggiare in direzione Chicago. (Franco Dimauro)


✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 11 Aprile 2017

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