Recensione: Beach Fossils – Somersault (2017)

Dieci motivetti dagli effetti psicotropici che difficilmente riuscirete a scrollarvi di dosso.

Pubblicato da

Sono settimane che non faccio altro che ascoltare Somersault. Lo ascolto con una frequenza compulsiva. A volte provo a toglierlo dal lettore di casa o dell’auto, ma non c’è nulla da fare: l’ultimo dei Beach Fossils è una vera e propria droga.

Un disco che ti si attacca addosso come una scimmia, che non è non certo quella di Gabbani, con canzoni di una leggerezza stupefacente che evocano un immaginario pop e sixities fatto di spiagge, onde e tavole da surf, ma anche di piccoli piaceri quotidiani.

Un album – il terzo della formazione di Brooklyn – immediato e candido come la sua (bianca) copertina che, assieme alla traccia iniziale This Year, ti introduce da subito all’interno di una psichedelia sognante e gentile. Dieci motivetti dagli effetti psicotropici che difficilmente riuscirete a scrollarvi di dosso. (Luca D’Ambrosio)

CLICCA QUI E ASCOLTA


Se vuoi segnalarci un errore o dirci qualcosa, scrivici a musicletter@gmail.com. Se invece ti piace quello che facciamo, clicca qui e supportaci con una piccola donazione via PayPal, oppure acquista su Amazon il nostro utile quaderno degli appunti o qualsiasi altro prodotto. Infine, puoi aquistare un qualsiasi biglietto su TicketOne e anche seguirci su Telegram. Grazie

✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 3 Maggio 2017

MUSICLETTER.IT

Musica, cultura e informazione (dal 2005)