Il progetto Frank Sinutre nasce nell’aprile 2011 presso l’associazione culturale la Saletta di Sermide (MN) e più precisamente sul pianerottolo delle scale che divide due sale prove: la prima dei Bianconiglio e la seconda de La Fabbrica di Vapore.
Alla prima band appartiene il chitarrista Michele K. Menghinez, maestro di scuola elementare, con la quale nel decennio fra il 2001 e il 2011 pubblica 2 dischi e un EP; alla seconda band appartiene Isi Pavanelli, ingegnere di laboratorio, chitarrista e dedito alla musica elettronica. È su questo pianerottolo che divide le sale prove di queste due band sermidesi che Isi e K. iniziano a collaborare insieme in un progetto che diventerà qualcosa, poi altro, e poi altro ancora…
Iniziano scrivendo pezzi sottoforma di narrazioni musicali: ai racconti di Michele K. che usava nelle newsletter con i Bianconiglio, viene aggiunta la musica di Isi: vengono registrati 4 pezzi in tutto. Isi si dedica alla parte elettronica e non solo (korg synth R3, reactable, vocoder, drum machine acustica, banjo), mentre K lavora sugli strumenti (chitarra, basso, batteria, percussioni e voce).
Isi, inoltre si dedica alla costruzione di strumenti elettronici: prima il reactabox (un controller midi ispirato al celebre Reactable, a forma di cubo luminoso che funziona appoggiando speciali oggetti su uno schermo), in seguito costruisce una drum machine acustica (una scatola in legno con dei martelletti che picchiano su diversi materiali che utilizza la tecnologia Arduino); successivamente costruisce un secondo Reactabox più performante e maneggevole.
In buona sostanza il suono dei Frank Sinutre si basa molto sull’utilizzo di questi strumenti autocostruiti, soprattutto nei live. A partire dal 2012 hanno portato lo spettacolo in circa 250 live gigs sparse fra Italia, Svizzera e Slovenia in svariate situazioni: live club, disco, festival, centri sociali, ma anche molte installazioni di videoarte patrocinate dalle università, seminari sulla musica, presentazioni di libri, sonorizzazioni a performance di body painting, serate a sostegno delle comunità LGBT; percorrendo le strade che portavano a Roma, Milano, Torino, Bologna, Zurigo, Ljubjana, Genova… ma sempre per ritornare a Sermide, il paesino in provincia di Mantova da dove vengono e dove nella loro casa di campagna hanno scritto tre dischi: nel 2012 La Colpa della Leonessa, colonna sonora per lo spettacolo teatrale inserito nel Festival internacional de teatro social di Valencia in Spagna, pubblicata per Vittek Records.
Il secondo disco Musique pour les Poissons, pubblicato nel 2014 per l’etichetta newyorkese System Recordings esce in concomitanza al libro di Michele K. Menghinez “Racconti per Pesci del Mare d’Aria”, il libro e il disco risultano fin da subito intrinsecamente legati uno all’altro e in quest’ultimo infatti sono presenti diversi reading: l’opzione di lasciare in base le narrazioni apriva la strada a molteplici tipologie di soluzioni; i discorsi diretti fatti dai personaggi stessi della storia, l’utilizzo di più voci narranti e molto altro.
Nella canzone Iolanda Pini, per esempio, viene raccontata l’esperienza di obiettore di coscienza di Michele K. Menghinez, e il suo incontro con Iolanda Pini, una vecchietta molto simpatica ma anche con un alzheimer galoppante che gli rivela il senso della vita, o almeno uno dei possibili sensi. In questo pezzo la narrazione in base ha permesso di utilizzare la voce della nonna di Isi per interpretare la parte di Iolanda, anche perché l’alternativa sarebbe stata quella di prendersi su la nonna a ogni concerto, e lei voleva dei soldi.
Infine il 19 maggio 2017 esce il terzo album The Boy Who Believed He Could Fly pubblicato per New Model Label: il disco racconta la storia di un eterno fanciullo, una persona che per noi è impossibile non prendere come esempio, come qualcosa di preziosissimo da conservare in una teca antiproiettile: in copertina il nostro eroe tenta di volare con un ombrello, il suo ombrello è la fantasia che lo porta a planare leggero sopra alle varie schifezze del nostro tempo moderno sempre più infarcito di pose, status e discorsi sempre più tristi di noi adulti sui bolli auto da pagare o sulle domiciliazioni delle bollette del gas.
Proprio in relazione ai live di questo ultimo disco i Frank Sinutre più che ad allargare la gamma degli strumenti hanno pensato di migliorarla: saranno impegnati infatti fino al 6 luglio 2017 in una campagna di crowdfunding su Music Raiser, la nota piattaforma di “finanziamento dal basso” interamente dedicata al mondo della musica per la realizzazione di un terzo ReactaBOX: il reactaBOX-3. Lo scopo è quello di realizzare uno strumento più affidabile e performante e che permetterà loro di esprimere al meglio il nuovo disco: migliorando il design, riscrivendo il software e utilizzando componenti di qualità superiore saranno in grado di risolvere diversi problemi presenti nelle due versioni costruite fino a ora. (Isi Pavanelli e Michele K. Menghinez dei Frank Sinutre)
Uno su tutti il problema relativo alle interferenze con le sorgenti di luce troppo forti che manifesta la webcam ad infrarossi posta all’interno dello strumento che permette di leggere le immagini: per questo motivo i Frank Sinutre hanno effettuato finora solo performance live con illuminazione dal basso, ed esclusivamente alla sera per quel che riguardava i festival outdoor, guadagnandosi così la nomea di “vampiri dell’elettronica underground”.
Un ultimo non trascurabile aspetto è quello che riguarda i videoclip: da sempre i Frank Sinutre collaborano con il videomaker Giovanni Tutti (a cui è stato addirittura dedicato questo ultimo album The Boy Who Believed He Could Fly) nella realizzazione dei loro clip in stop motion: accanto alla sala prove dei ragazzi, nella stanza adiacente lavora Giovanni, i suoi tavoli sono dei veri e propri set cinematografici, dove campeggiano omini mostruosi in plastilina, macchinine futuribili fatte di lego, sfondi di cartone colorati a tempera, piccoli mobili che ricreano gli ambienti dove si svolgono le storie animate di Giovanni, ovviamente detta così sembra molto bella questa stanza, in realtà è un gran casino sparso. I Frank Sinutre dedicano questo disco proprio al casino di quella stanza di Giovanni che li ha ispirati così tanto alla produzione di questo album. Tutto questo è materiale è reperibile sul nostro canale YouTube. (Isi Pavanelli e Michele K. Menghinez dei Frank Sinutre)
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