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Recensione: The Cubical – Blood Moon (2017)

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Sai chi ti saluta tantissimo? I Cubical! I Cubical!!! Ma che fine avevano fatto? Tre dischi uno più bello dell’altro in quattro anni e poi un silenzio altrettanto lungo che nel sovraffollamento musicale attuale ha rischiato di creare un imperdonabile vuoto di memoria.

Blue Moon arriva per restituirci gli eredi naturali degli Stairs, con nove psicodrammi di garage-blues imbastardito e inzuppato in una bagna di scotch ghiacciato, masticato da Dan Wilson come un ciocco di tabacco del Sud e scatarrato dentro degli ottoni usati come sputacchiera. I fiati di I Believe in You, I Want Money e Shipwrecked 737 sono infatti la novità più rilevante del ritorno dei Cubical. Ma si tratta tuttavia di una novità abbastanza scontata, di un abbinamento funzionante ma tutto sommato prevedibile.

Quello che non era prevedibile è invece la lunga, bellissima ballata di Whilst Judas Sleeps che, nel tentativo di non disturbare il sonno di Giuda si stende come un lenzuolo doorsiano senza fare chiasso, giocando attorno ad un unico accordo come in quel blues che John Coltrane non ha mai registrato ma che gli venne dedicato come omaggio alla sua visione psichedelica dei canoni jazz. E intanto Giuda continua a dormire, illuminato da una luna rosso sangue. (Franco Dimauro)


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✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 28 Giugno 2017

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