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Best of 2017: i 10 dischi più belli finora pubblicati | News | Classifica | Recensioni

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Per iniziare a mettere un po’ di ordine tra le tante e interessanti uscite discografiche di questi primi sette mesi dell’anno, abbiamo stilato per voi una lista (essenziale) dei dieci dischi più belli del 2017.

Dieci dischi da ascoltare assolutamente, in attesa della consueta e definitiva classifica di fine anno. (La redazione)

1. MAC DEMARCOThis Old Dog (Captured Tracks, 2017)
Un musicista, un cantautore, ma soprattutto un personaggio che riesce sempre a sorprenderci. Uno di quelli che non lascia nulla al caso, nonostante il suo approccio da buontempone e apparentemente svogliato. Geniale e imprevedibile in ogni sua mossa, DeMarco dona sempre il meglio di se stesso in ogni sua produzione attraverso un sound che, in uno slancio di romanticismo, ha definito jizz jazz. Definizioni a parte, il canadese scrive canzoni pop stravaganti e ipnotiche come pochi altri sanno fare. E This Old Dog, che non è un disco d’impatto come i precedenti, è senza dubbio il suo lavoro più ragionato e consapevole. Quello che solitamente viene definito il disco della maturità. (J.V.)

2. THUNDERCATDrunk (Brainfeeder, 2017)
Dietro il nome di Thundercat si cela il californiano Stephen Bruner, un grande musicista ma soprattutto uno dei più grandi producer in circolazione nonché collaboratore di personaggi come Kendrick Lamar, Kamasi Washington, Flying Lotus, Erykah Badu, Childish Gambino (e ci fermiamo qui). Drunk è il titolo del suo terzo lavoro personale ed è una delizia di disco che mette insieme soul, jazz, R&B, elettronica e un sacco di cose black che piacciono anche noi. (J.V.)

3. JOEY BADASSAll-Amerikkkan Badass (Pro Era, 2017)
In un tripudio di ovazioni (senza dubbio meritate) per dischi d’estrazione hip hop come Damn (Kendrick Lamar) e Big Fish Theory (Vincent Staples), da queste parti abbiamo invece un debole per All-Amerikkkan Badass del giovane rapper di Brooklyn Joey Badass. Un album coraggioso e appassionato che meriterebbe maggiore attenzione. (J.V.)

4. FLEET FOXESCrack-Up (Nonesuch, 2017)
L’indie folk rock dei Fleet Foxes è diventato oramai una garanzia e Crack-Up, terza fatica della band americana, ne è la dimostrazione. Un album intenso e dai toni sperimentali che conferma il talento e la tenacia del suo leader Robin Pecknold. (J.V.)

5. SLOWDIVES.T. (Dead Oceans, 2017)
Il ruolo degli Slowdive nella storia della musica rock lo conosciamo abbastanza bene. Così come sappiamo benissimo quali siano i dischi e i capolavori del passato che la formazione inglese ha saputo regalarci. Ora però ciò che ci interessa è che la band sia tornata a distanza di 22 anni dalla loro ultima fatica, ma soprattutto che questo nuovo e omonimo album del 2017 mantenga vivo e intatto lo stile inconfondibile degli Slowdive. Come dire? Back to the future! (J.V.)

6. IDLESBrutalism (Balley Records, 2017)
Debutto straordinario per i bristoliani Idles. Prendete i Clash, prendete i Sex Pistols, prendete gli Sleaford Mods, prendete The Men oppure ancora prendete il punk rock, il post-punk, il noise e persino l’hardcore e otterrete Brutalism. Un coacervo di emozioni. Un disco piacevolmente devastante. (J.V.)

7. EDDAGraziosa Utopia (Woodworm, 2017)
Graziosa Utopia è sicuramente uno dei più bei dischi italiani del 2017 finora pubblicati. Un lavoro in cui Edda mette a nudo i suoi sentimenti e il suo romanticismo rivelando, ancora una volta, tutta la sua fragilità di uomo e di artista. L’impressione che si ha ascoltando ogni volta Edda è che spinga tutto oltre i confini della normalità, quantunque il suo atteggiamento appaia quasi sempre discreto e conformista. E forse è questo il segreto della sua oscura bellezza: andare oltre i propri limiti per poi eclissarsi. Lo fa inconsapevolmente, per istinto, per natura, e lo si può intuire fin dal suo modo di cantare che va oltre le proprie possibilità ma che affascina e scuote le coscienze di chiunque lo ascolti. Probabilmente la sua è una sfida. Una sfida contro l’umanità, contro se stesso, contro le solite cose, oppure è semplicemente una graziosa utopia. (L.D.)

8. MOON DUOOccult Architecture Vol. 2 (Sacred Bones, 2017)
Ogni disco degli statunitensi Moon Duo è ipnotico e travolgente. E questo Occult Architecture Vol. 2 lo è più di ogni altro perché riesce a metabolizzare psichedelia, space rock, garage, sperimentazione ed elettronica in uno stile unico e inconfondibile come solo Erik “Ripley” Johnson e Sanae Yamada riescono ormai a dar vita. Una questione di passione. (J.V.)

9. NICOLE ATKINSGoodnight Rhonda Lee (Single Lock Records, 2017)
Se cercate sonorità indie e alternative avete sbagliato disco. Se invece cercate un disco “old time” scritto, suonato e cantato meravigliosamente, avete trovato quello che fai per voi. Perché Goodnight Rhonda Lee è un album che già potremmo annoverare tra i classici della musica pop americana. Quella che si tinge di soul e folk a stelle e strisce. (J.V.)

10. KELLY LEE OWENSS.T. (Smalltown Supersound, 2017)
Anche se il campo della musica elettronica è sempre più affollato, Kelly Lee Owens si fa notare con questo omonimo album di debutto. Una bella sorpresa con la quale la giovane producer britannica colma il divario tra techno cavernosa, pop spettrale e impulsi meccanici e sperimentali krautrock. Un disco personale e accattivante che conduce l’ascoltatore in una dimensione temporale fatta di atmosfere oscure, glitch e battiti elettronici. (J.V.)


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