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Luca Bash – Oltre le Quinte, 2017 | Recensione

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Luca Bash non è certamente un musicista di primo pelo. Attivo già dai primi anni Novanta come studente di violino, il cantautore decide ben presto di imbracciare la chitarra per dare sfogo alle proprie emozioni; anche se poi la sua prima canzone vedrà la luce soltanto nel 1999, ovvero quando si imbatte nell’acquisto di Live at Luther College di Dave Matthews e Tim Reynolds.

Da quel momento in poi inizia per Bash una ricerca sempre più approfondita sullo studio della musica e della chitarra che lo porterà nel corso degli anni ad avere sempre più consapevolezza nelle sue doti di compositore e autore, tanto da vincere nel 2006, in versione duo acustico, il Festival Internazionale di Piombino.

Subito dopo nascono i Bash, formazione che attira l’attenzione del pubblico cosiddetto indie e con la quale realizza un album, On Air, in cinque anni di attività. Finita l’esperienza di gruppo, siamo nel 2011, Luca non demorde e continua a scrivere canzoni malgrado un bruttissimo incidente in moto che gli procura cinque giorni di coma e diversi mesi di fermo.

Terminata la lunga riabilitazione, Bash non si perde d’animo e riprende subito la sua adorata chitarra. La imbraccia come sempre, ma con un approccio diverso nei confronti della musica. Si sente un uomo fortunato. Uno che ha ancora molte cose da raccontare.

Ecco quindi che ricontatta i suoi vecchi amici musicisti dando vita a diversi progetti ed EP, fino ad arrivare a questo nuovo disco intitolato Oltre le Quinte che, nonostante l’entusiasmo e le buone intenzioni, manca di profondità e identità artistica. Due elementi essenziali per chi vuole lasciare un segno positivo nell’ascoltatore.

Le canzoni sono quindici, sempre in bilico tra musica leggera e pop/rock mellifluo e con arrangiamenti volutamente eterogenei che rendono il tutto ancora più instabile e indecifrabile.

Dall’iniziale Dietro le quinte alla conclusiva Controtempo si ha quasi l’impressione di aver ascoltato una compilation di artisti vari.

Quello di Luca Bash è un nobile omaggio al concetto di amicizia e alle vicissitudini della vita, ma niente di più. Toccherà quindi aspettare qualcosa di nuovo e meno retorico, anche perché le premesse c’erano tutte. (Benedetta Glisoli)


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✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 4 Ottobre 2017

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