Meraviglia! Limitante, superfluo, inutile rivelare la provenienza di questa band al suo debutto. Tutto ciò che vi si chiede è di chiudere gli occhi e proiettarvi negli anni Sessanta del Merseybeat che bussa alle porte della Swingin’ London. Nient’altro. Lasciate perdere tutto il resto.
I Trip Takers sono degli autentici, credibili temponauti in grado di trascendere il limitante concetto di revival per ridefinire uno stile carico di suggestioni di chiara ascendenza beatlesiana.
Il loro mini album sembra una proiezione assiale di una visione caleidoscopica del beat/folk del ’65. (Sole) sei canzoni che sono come l’aria fresca del mattino quando apri le imposte. O meglio, quando le aprivi cinquant’anni fa.
Melodie cristalline, chitarre arpeggiate come se stessi accarezzando le gambe di Jane Birkin avanzando con i polpastrelli come fossero i tentacoli di una medusa trasparente.
Canzoni che scendono giù come la manna, leggere come le piume dei Byrds (o, nella conclusiva You Are Not Me, come il loro tappeto) e degne delle raffinatezze dei loro compatrioti Beau Brummels.
Per i palati fini del vintage-sound, uno dei gruppi-rivelazione di quest’anno. (Franco Dimauro)
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✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 31 Ottobre 2017