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Yato – Post Shock, 2017 | Recensione

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Nuovo album per il cantautore elettronico dal cuore pop. Yato presenta il suo Post Shock di cui la rete ci restituisce il singolo di lancio che forse par essere la vetta più pop di tutta l’opera. Sto parlando del brano Electro Hardore dove trovo decisamente chiara la matrice mainstream per quanto siano fortissime e inevitabili – e nel resto del disco sarà chiarito per bene – le urgenze di avanguardia e di espressione liberale.

Elettronica compiuta contro ogni aspettativa, elettronica newyorkese piuttosto che tedesca di una Berlino glitterata e lounge di night club. Le teorie possibili è uno dei pezzi che più di tutti apre scenari krautorock i cui suoni mi rimandano ai Tangerin Dream così come la kermesse urbana di Consciock dove probabilmente va in scena il momento più cittadino e – qui va detto – sfacciatamente italiano di tutta la tracklist.

Yato segue un flusso di coscienza e non si ferma davanti alle evidenze ma cerca di reinterpretarle. Ci piace moltissimo quella capacità di non strafare niente e non oltrepassare il confine. Trovo assai competente l’elettronica di sostegno e di arrangiamento quando mai in un’occasione si sostituisce alla fantasia e oltrepassa i limiti del dovuto.

Insomma, ci vuol poco per essere ridondanti con un computer a portata di mano e questo Post Shock sembra tenere fermo il rispetto per la parola di Yato che, per quanto i suoni ci portino altrove, resta e conserva l’anima di un cantautore. (Alessandro Riva)


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✓ MUSICLETTER.IT © Tutti i diritti riservati - 14 Novembre 2017

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